Basket

Eto’o più veloce di Scarone

Stefano Olivari 23/09/2009

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di Stefano Olivari
1. La deriva calcistica di Sky è evidente, riusciamo a notarla addirittura anche noi che di calcio viviamo (male). Forse nemmeno gli osservatori dei club professionisti seguiranno tutte la 52 partite del Mondiale Under 20 che comincia domani in Egitto: alta definizione e uno squadrone di telecronisti-commentatori da Mondiale vero, non è un caso che dell’Italia di Francesco Rocca si occuperanno Caressa e Bergomi. Gli opinionisti saranno quelli della casa, con l’aggiunta strepitosa di Malù Mpasinkatu e del suo ‘le squadre africane sono tutte simpatiche e piene di fantasia’ valido dalla Tunisia alla Namibia. Di sicuro ci si dovrà inventare qualcosa, perchè al di là delle avversarie degli azzurri nel girone (Paraguay, Trinidad & Tobago, Egitto) il problema è la formula ‘cani e porci’, che qualifica agli ottavi due terzi delle partecipanti con il tristemente noto escamotage delle quattro migliori terze.
2. Chi cercherà gli sponsor e gestirà il merchandising ufficiale dei Mondiali di pallavolo? Parliamo di Italia 2010, bisogna precisare perché non tutti leggono le brevi (di solito solo i dee-jay perché devono trarre spunto per il cazzeggio). Risposta: la Infront, proprio l’advisor della Lega Calcio nella (s)vendita televisiva del prodotto. Scelta che al mondo berlusconiano non dispiace, vista la provenienza dei suoi dirigenti. Ma gli ‘altri sport’ (o meglio, sport minori) devono essere realisti: i soldi vanno presi dove ci sono.
3. Non conosciamo l’autore, ma apprezziamo i suoi scritti e la boxe. Quindi segnaliamo l’uscita del libro ‘E chiamavano me assassino’, di Dario Torromeo (edizione Absolutely Free). Dieci racconti, quasi dieci piccoli romanzi, su dieci pugili fra i quali Stanley Ketchel, il ‘Michigan Assassin’ ucciso a 24 anni e considerato fra i più grandi picchiatori di tutti i tempi. Essendo morto nel 1910 non esistono suoi dvd, bisogna quindi fidarsi della considerazione dei suoi contemporanei: solito discorso, come che Eto’o è più veloce di Scarone.
4. Fra le nostre pochissime idee c’è che l’unica editoria sportiva che consenta il professionismo sia quella per tifosi, più o meno dichiarata. Venerdì torna in edicola il Romanista, il quotidiano che aveva sospeso le pubblicazioni lo scorso marzo. Punto di forza il suo bacino di utenza, anche se sarà difficile superare le 6mila copie di venduto del passato. Punto di debolezza la pretesa di contributi pubblici, come i giornali di partito: non c’è alcun motivo per regalare soldi pubblici ai giornalisti targati PD o PdL, ma vale anche per quelli targati Roma. Dove sta l’utilità sociale del riportare le dichiarazioni di De Rossi?
5. Onore quindi al Fatto, lontanissimo dalle nostre corde (su quasi tutto la pensiamo come l’Alex di Casa Keaton) ma nobile nel puntare alla sopravvivenza solo grazie ai suoi lettori. Oggi, primo giorno di uscita, esaurite le 100mila copie stampate come prima tiratura. Da ex (giornalisti e creditori) della Voce, temiamo che dopo i primi entusiasmi si vada in calando, ma il coraggio dell’operazione di Padellaro e Travaglio va comunque sottolineato. Chi chiede finanziamenti pubblici si autocondannna ad essere servo o, nella migliore delle ipotesi, impiegato. Comunque non giornalista.
6. Forse credendo di essere Bill Gates, Italo Muti (Dentro la finanza è il suo blog, che fra poco subirà un restyling in chiave politica) vuole lasciare gli affari e dedicarsi ad una fondazione. Intanto stamattina ci raccontava le ultimissime dal Principato, fra cui i gossip sulle banche italiane. Tutti in negativo, coinvolgendo anche una insospettabile che fra qualche mese avrà dei problemi e potrebbe ridurre il suo impegno nello sport. Per l’Eurolega quest’anno o mai più…

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