Eros Ramazzotti: il ritorno del (fu) ragazzo di oggi

20 Settembre 2022 di Paolo Morati

Non è un periodo semplice per i nomi storici della musica, che si trovano di fronte ai giovanissimi nutriti dalle playlist dello streaming, affollate da voci alterate dal vocoder su storie tra l’esaltato e il deprimente. Un trend che negli ultimi anni è non solo sonoramente ma anche visivamente evidente e che forse non supererà la prova del tempo, sostituito dalla prossima tendenza che i maghi di questa ricetta ripetitiva dovranno inventarsi. Questa la nostra premessa e previsione da ‘boomer’, per affrontare il nuovo album di Eros Ramazzotti.

Intitolato Battito infinito, e presentato negli scorsi giorni a Siviglia (ovviamente disponibile anche la versione spagnola) in un live che anticipa il prossimo tour mondiale, il nuovo disco di Eros Ramazzotti sembra appunto uscire da un altro mondo, da un’altra epoca, a cominciare dalla title track che lo apre. Una lunghissima e complessa suite di oltre 8 minuti che ci riporta indietro ai tempi di Musica è (il 1988, due anni prima di In ogni senso), e che difficilmente potrà attrarre chi ormai si nutre di brani brevi e ripetitivi. Al di là del suo messaggio che parla di libertà, vita, rinascita (temi che si ripetono anche in altre canzoni), con tanto di suoni della natura, non è forse quindi un caso che su Spotify sia stata relegata in fondo alla tracklist, aperta invece dal primo estratto dell’album già anticipato in estate: Ama, in pieno stile Ramazzotti, ma meno impegnativa.

Ecco, lo stile Ramazzotti. Un porto sicuro per i suoi fan che ha però di fronte la sfida di andare oltre cercando di emergere in un mare magnum dove un video su Tik Tok che riprende una canzone per pochi secondi può ad esempio  fare la differenza tra oblio e successo, perlomeno su alcune fasce di pubblico. Ma che nel suo caso non è così fondamentale, avendo comunque un enorme zoccolo duro, non solo in Italia, disposto a correre ai suoi concerti. E uno stile che si sente in pieno nelle ballate che affollano la seconda parte di Battito infinito, quindi Ti dedico e la ben riuscita Magia, dedicata al figlio. Ma anche Ogni volta che respiro con musica inedita di Ennio Morricone e testo di Mariella Nava.

Nel contempo il (fu) ragazzo di oggi collabora con Colapesce e Di Martino, che hanno prestato la propria penna a più brani (ben riconoscibili in Eccezionali) con risultati che tuttavia non spostano più di tanto il risultato laddove è la voce del nostro a imprimere inevitabilmente il suo marchio. Su brani che hanno più firme e un paio di interventi in voce esterni, di Jovanotti (Figli della terra) e Alejandro Sanz (Sono), fortunatamente senza coinvolgere disperatamente personaggi che non hanno a che fare con la propria storia, un trend ormai di moda per acquisire qualche streaming generazionale in più. Un merito questo, visto che ormai sembra non si possa fare più a meno del cosiddetto featuring, anche più di uno, con nomi che fanno andata e ritorno tra una canzone e l’altra.

Nel complesso Battito infinito, uscito quattro anni dopo il precedente Vita ce n’è, è un buon disco pop dalla produzione internazionale – completo di brano estivo (Madonna de Guadalupe) e di due dirette eredità degli anni ‘80 (Gli ultimi romantici) e ‘70 (Ritornare a ballare, con archi inconfondibili) – che si posiziona (merito ma anche scoglio da superare) in un repertorio, quello di Eros Ramazzotti, con dentro tante icone difficilmente sostituibili e che inevitabilmente chi dal 1984 (anno di Terra promessa) è cambiato insieme a lui tornerà in sicurezza ad ascoltare.

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