Gli dei contro Messina

22 Aprile 2022 di Oscar Eleni

Oscar Eleni fra i butteri meravigliosi di Equiazione ai piedi del monte Artemisio dove si curano cavalli e uomini. Sul van trainato da una tigre lumaca angeli e demoni di queste giornate balorde, insanguinate dall’ignoranza  collettiva. Angeli  e demoni dello sport, come cercava di convincermi Beppe Viola nelle nostre conversazioni ad alto tasso alcolico nelle notti dove il Mondiale di calcio, vissuto alla periferia, magari con Platini, ma lontano dagli azzurri che poi ritrovammo a Madrid, ci sembrava zucchero filato. Lui ne sapeva di angeli e demoni, di cavalli e fantini, di vita. Era un genio. Un privilegio condividere con lui paella e vino tinto, vincere alla petanque con gli amiconi di France Presse, certo più ubriachi di noi abbracciati dopo l’ultimo tiro vincente. In queste giornate confuse ci manca l’amico, il collega geniale. Siamo rimasti in silenzio nella settimana dell’ orrore cestistico, della confusione pedatoria fra i capitoli  del geniale Bruno Conti dedicati alle scaramanzie di Liedholm, partitacce e urlacci.

Ecco cosa ci serviva per dimenticare i 48 punti di Milano nella prima in casa di play off contro Ataman e i campioni dell’Efes. Sì, ci ha consolato anche il nuovo libro di Dan Peterson sul suo modo meraviglioso di vivere e allenare nel basket. Tormenti ed estasi domandandosi se gli allenatori della mente, così preziosi per tanti campioni, cominciando da Jacobs, alla fine non saranno più utili dei sapienti tecnici, dei preparatori atletici, dei medici e fisioterapisti.

Sul van avremmo voluto portare, ad esempio, le ragazze della Virtus Bologna per capire cosa era successo fra l’incredibile licenziamento di Lino Lardo, non ditelo a nessuno ma è anche l’allenatore della Nazionale, e la rivincita contro la Reyer di Mazzon lasciando meno di quaranta punti a rivali che avevano spinto la dirigenza bianconera, non nuova a certi colpi di scena, l’anno scorso si separarono dall’allenatore che aveva vinto lo scudetto piegando Milano, alla decapitazione. Certo la Gianolla, ex giocatrice di talento, le avrà capite meglio, ma insomma.

Lo stesso mistero per non perdere la testa  andando dietro allo sport come ce lo sentiamo addosso, così lontano dal fanta tutto che ora comanda, dai mercanti che vanno in giro a comperare squadre e non sapranno mai spiegare il canto dei tifosi Liverpool per il lutto del Ronaldo del Manchester United che, intanto, cambia allenatore perché nessuno resiste quando c’è da ballare intorno alla ghigliottina oliata dal vacuo giornalistico sportivo, molto simile  a quello che ci ha mandato  al manicomio con la pandemia, allo stesso che oggi vede armati troppi commentatori che stanno aiutando molto a far chiudere le edicole.

Diciamo che nella confusione, nel terrore, mentre ora dilaga l’epatite nei bambini, sapendo che i nuovi butteri non hanno un rifugio né per le bombe atomiche, né per le puttanate che si sentono e si leggono, proviamo a chiedere scusa per esserci banalmente indignati con il basket italiano di von Petrucci, di mastro Sacchetti, ma, soprattutto, di Ettorre Messina nei giorni in cui il fiore a spicchi perdeva petali in modo esagerato ed imbarazzante.

L’Armani affondata al Forum da Ataman meritava il rogo,  ma poi ecco il bagno Reyer a Boulogne contro sua simpatia Collet. Giustificazioni tante, ma chi perdona De Raffaele per i troppi infortuni? Chi non ha detto almeno una volta, appena usciva una notizia sugli infortunati dell’Armani, sul Covid in casa milanese, sulla caduta all’inferno dei sospesi per doping, che intanto il Messina perculeggiato da chi lo chiama illuminato, capita agli orbi che non sanno leggere la vita e i risultati degli uomini, ne aveva tanti di giocatori. Confondendo, come spesso succede, la quantità con la qualità.

Sì, certo colpa loro, di chi dirige l’Armani, se hanno scelto male i giocatori, ma, accidenti non ammettere che hanno avuto una sfortuna sopra la media sembra ingiusto. Loro come la Virtus, eppure sono anche le due in testa al nostro piccolo campionato invaso da lanzichenecchi che vanno alti di gomito. Certo sono anche le più ricche. Per questo meno giustificabili. La Milano dei 48 punti vergogna non sembrava tanto diversa dalla Virtus che sparacchiava contro i lituani senza americani. Però Scariolo è uscito bene, Messina in pezzi.

Non sappiamo cosa abbia fatto il principe di Salinas Ettorre agli dei del basket che influenzano ogni telecronaca, molti commenti, purtroppo anche tante situazioni aggravate dall’ottusità arbitrale finalmente denunciata anche dal Peterson che ha riproposto un’apertura col fischio ad ex giocatori e allenatori, ma quelli nella torre d’avorio non sanno che farsene di certi consigli. Di sicuro gli stanno facendo pagare i trionfi virtussini, di Treviso, col Cska, la bella carriera NBA, seppure come vice di maestri più o meno bravi. Lui era l’uomo da crocifiggere nella settimana di passione dove anche Reggio Emilia  cadeva in casa nella finale di andata della coppetta FIBA.

Insomma vedevamo il  buio, fino al giovedì santo della resurrezione al Forum, complice la sicumera dell’Efes e  dei troppi tiri finiti sui ferri addolorati. Bella risposta. Da uomini, da squadra. Pazienza se al dazio tipo quel film dove uno chiedeva “Cosa portate, dove andate, 10 fiorini”, hanno voluto dallo staff messiniano, dove rientrava il tossicchiante Pozzecco, le 10 libbre di carne: fuori sciagura Delaney, ma fuori, purtroppo dopo Melli, anche l’altro cocapitano Rodriguez, il nocchiero geniale che dopo la figuraccia in gara uno ha fatto di nuovo cantare la gente del Forum, lui prima di Shields e persino di Tarczewski, lui per ispirare il solito Hines mille vite e dare gioia ad Hall, sfinito da una bella difesa, e al Bentil che per troppi minuti in una partita ti fa chiedere ma chi ti ha preso. La serie non sembra davvero riaperta e ad Istanbul non saranno teneri, per cui prepariamoci ad urlare ancora contro mastro Messina, tutti, anche noi, perché giureremo di non averlo mai conosciuto e difeso. Natura di merda? Be’, fate voi.

Prima di sentirci nel canonico lunedì del vostro barbiere criptico questo volevamo dirvi facendo gli auguri a Zanatta messo in quarantena da Covid e al Cecco Vescovi, ex di una grande Varese, che torna nel circo del basket come manager  al Geas, una società che ha fatto  storia vera nel basket femminile europeo.

Share this article