Comprare casa a Milano nel 2021

5 Marzo 2021 di Stefano Olivari

Comprare casa a Milano nel 2021? L’era del Covid, che purtroppo a livello psicologico sopravviverà al Covid stesso, ha cambiato nel profondo il nostro rapporto con la casa. E non soltanto perché dobbiamo tornarci prima delle 22, ma perché sono sempre meno le occasioni per uscirne. Per questo il futuro del settore immobiliare ci dice qualcosa anche del nostro, di futuro. Leggendo il report di Engel & Volkers, in collaborazione con Nomisma, relativo a Milano e Roma nel secondo semestre 2020 si individuano due grandi tendenze: la fine della casa come investimento e il futuro roseo solo per le abitazioni di pregio, per posizione o struttura.

Comprare o vendere casa a Milano nel 2021 o in qualsiasi altro anno in molti casi non è una scelta finanziaria: per fortuna spesso ancora si vive o si muore, ci si sposa o si divorzia, si fanno figli o non si fanno figli, si cambia o non si cambia lavoro a prescindere dalla stretta e gretta convenienza. Per questo la volatilità del settore immobiliare è diversa da quella di altri asset: vendere un’azione è ancora più facile e indolore che fare un trasloco. Però chi comprava per investire sta cambiando le sue valutazioni: gli affitti sono crollati, in valore, del 20% in un anno, e risaliranno soltanto quando la città tornerà a riempirsi di creativi norvegesi criptogay con la montatura alla Di Francesco e di fuoricorso avellinesi di scienze della comunicazione vestiti di nero, costretti a casa dalla didattica a distanza, base del successo di tanti locali milanesi.

Detto questo, nel quadro di un mercato statico a Milano la domanda sta salendo nelle zone semi-centrali, dove con un mutuo la fu classe media può ancora comprare qualcosa di decente. A Ovest bene Pagano e Fiera (da 5.500 a 7.000 euro al metro quadrato per il nuovo o ristrutturato), a Est bene Porta Venezia (più o meno i prezzi del corrispondente semicentro Ovest), a nord molto bene Porta Nuova dove nelle situazioni più fighette si viaggia oltre i 10.000 euro al mq, a Sud ottimo momento di Porta Romana-Crocetta.

Parliamo sempre di semi-centro, perché invece in quasi tutte le periferie il residenziale sta andando giù e il commerciale ancora più giù. Un commerciale che sta andando in maniera tragica anche nelle zone di pregio, per via della scomparsa di tanti sportelli bancari (significa 7-8 vetrine ad ogni colpo), della crisi dell’abbigliamento iniziata prima del Covid e adesso anche di bar e locali vari. Al di là dei divieti e di quel moralismo da telegiornale con immagini di assembramenti (sono riusciti anche in questo caso ad inventarsi la pista anarchica…), il vero problema è nel cervello di chi dovrebbe uscire di casa. Non torneremo a quei concerti in cui bevevamo dalla bottiglia di uno sconosciuto, ma anche una normale birra con gli amici sembrerà una conquista.

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