Cucina

Classe di farro

Fabrizio Provera 08/03/2013

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Chi l’avrebbe mai detto che a Spoltore, in provincia di Pescara, si producessero grandi birre artigianali italiane? Del resto, chi avrebbe anche mai detto che la rivoluzione birraia italiana sarebbe partita da Piozzo, meno di 1500 abitanti in provincia di Cuneo, la terra di Teo Musso e della saga Baladin? Questa volta, la guida ai piaceri enoici e alcolici per Indiscreti si ferma a Spoltore, dove da ormai dieci anni un tenace, appassionato, dinamico abruzzese, Juri Ferri, cuore grandem così, ha dato vita al birrificio Almond 22.

Almond 22 nasce sulle colline di Pescara, in un edificio del 1870. In questo stabile, spiega Juri, nel 1922 le mani esperte delle operaie pelavano le mandorle destinate alla produzione artigianale dei confetti abruzzesi. Tutto il lavoro era manuale, puro artigianato. “Questa storia ha dato vita al nome della nostra birra, (Almond in inglese significa mandorla) e alla volontà di mantenere la produzione completamente artigianale. Tutto è svolto manualmente, con enorme passione ed attenzione ai particolari”. Vero, tutto vero. Non conoscevamo le birre di Juri e di Almond, ma assaggiandole con attenzione ne abbiamo apprezzato enormemente l’idea, la cura dei particolari (etichette bellissime), la comune caratteristica di speziatura e la nota aromatica di pepe che le rende davvero uniche, nel panorama ormai ricco di micro birrifici italiani (siamo a oltre 500: è il caso di fermarsi, ce ne sono diversi di troppo. Non certo quelli che vi segnaliamo noi, tranquilli).

Quali birre ci sono piaciute particolarmente, tra quelle proposte da Juri? Al naso e al palato femminili piaceranno sicuramente la Farrotta, birra che ha riscosso premi importanti e che viene prodotta utilizzando farro (pratica comune a molti altri birrai di talento) e miele d’acacia abruzzese: note dolci e agrumate al naso, in bocca la non eccessiva alcolicità – siamo sotto i 6 gradi alcolici – e l’equilibrio delle componenti regalano un sorso pieno, gradevole. Davvero rimarchevole. Da non perdere la Blanche de Valerie, che come ogni Blanche ha poco più di 4 gradi ma che Juri ha reso davvero unica con l’aggiunta di due cereali, segale e saragolla, e del pepe nero di Sarawak: risultato, come in ogni birra di Almond, eccezionale quanto a equilibrio olfattivo e gustativo. Non ci dilunghiamo su Torbata, Grand Cru e Fredric, birre di caratura non comune e che faranno la gioia, tanta gioia, degli appassionati più esperti.

Attenzione: tutte le birre di Almond sono apprezzabili anche da un autodidatta o da un ‘beer enthusiast’ della prima ora. Alcune, ovviamente, presuppongono papille un po’ più allenate. Vorremo concludere parlandovi della Noa (il nome della birra è stato scelto da Federico, il figlio di Juri), una strong ale italiana da 10 gradi, dal colore aranciato tendente allo scuro, da noi degustata una sera di novembre dopocena e subito ribattezzata ‘birra da divano’: lunghezza, fascino, persistenza, persino l’evocazione del velluto. Che birra. E che bravo, Juri. La strada della birra italiana di qualità è segnata, i condottieri sono tanti e bravi, la loro mano sicura. A noi non resta che seguirli.

Birrificio Almond 22, Spoltore (Pe)

www.birraalmond.com

Noa, Farrotta, Fredric, Grand Cru, Blanche de Valerie, Torbata,

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