Circolo Matarese, conto alla rovescia

4 Novembre 2023 di Stefano Olivari

Quanti giorni della nostra vita, sommando tutti i suoi libri letti, cioè tutti quelli che ha scritto, abbiamo dedicato a Robert Ludlum? Domanda sorta spontanea dopo avere riletto qualche giorno fa Circolo Matarese – Conto alla rovescia (The Matarese Countdown), uno degli ultimi davvero scritti dal grande autore di thriller complottisti, perché quelli usciti dopo la sua morte, avvenuta nel 2001, sono tutti da asteriscare. Non siamo impazziti, è che stavamo preparando un articolo (rimasto a metà) sulle analogie fra complottismo di destra e complottismo di sinistra e volevamo copiare alcune parti di questo libro visto che Ludlum oltre ad avere venduto oltre 200 milioni di copie è un’icona del complottismo democratico, quello che da noi non è andato oltre gli anni Ottanta (ed infatti dibatte ancora di piazza Fontana e via Fani).

Copia di qua, copia di là, alla fine a più di vent’anni dalla prima volta ci siamo fatti prendere da questo secondo libro dedicato al Matarese, scritto molto meno bene del primo (in certi punti davvero da cani) ma molto più efficace e moderno nel teorizzare l’esistenza dei poteri forti. Secondo la visione di Ludlum non un gruppo di cattivi che domina il mondo con la violenza e con il denaro, ma una classe di migliaia di persone sparse nel mondo, con interessi comuni e alcuni obbiettivi chiari: su tutti la concentrazione delle attività economiche, con la creazione di monopoli e la distruzione della classe media, e la creazione di un clima di paura in modo che la risposte autoritaria dei governi siano auspicate da quella stessa classe media, impoverita ed impaurita.

Certo Ludlum non ha scritto soltanto di questi temi, basti pensare alla saga di Jason Bourne che ha ispirato anche film di successo, ma pochi autori sono stati in materia più efficaci di lui, che oltretutto scriveva in decenni in cui la globalizzazione veniva contrabbandata da tutti come il bene, nella peggiore delle ipotesi qualcosa che avrebbe contribuito a far abbassare i prezzi. Non deve sorprendere che Ludlum fosse un attivista democratico (partecipò anche alla campagna presidenziale di Adlai Stevenson), con argomenti che in Italia sarebbero considerati oltre Salvini: la classe media è la base della democrazia, nella sua visione americana migliore, ed è per questo che è vessata, derubata e derisa dalle élite (con tanto di ascari mediatici), e spaventata dalle classi sociali più basse. La classe media è di solito contro le guerre, avendo qualcosa da perdere.

Per questo la lettura di Ludlum, magari non iniziando da questo libro (il nostro preferito è Il Mosaico di Parsifal), è consigliabile a chi non cerca soltanto evasione ma anche una visione del mondo molto precisa ed anche pessimistica, anche se poi per motivi commerciali i buoni quasi sempre prevalgono. Con gli occhi di oggi troviamo, al di là delle trame perfette, anche quando scritte male (in questo senso quasi meglio il vituperato Tom Clancy), che Ludlum sia l’esempio di intellettuale che nessuno ha mai considerato un intellettuale ma che ha visto più lungo di tutti.

stefano@indiscreto.net

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