Cinismo batte SuperEnalotto

1 Settembre 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Il SuperEnalotto ha fatto bene alle casse dello Stato e male alla psicologia di molti scommettitori italiani, portati a pensare che senza il possibile colpo grosso non valga la pena di scendere in campo. Situazione ben rappresentata dal gioco ante-post, molto frequentato anche dai giocatori di grande taglia che grazie alle ricoperture (‘bancando’ a quote più basse o puntando sulle poche alternative credibili) guadagnano anche dagli scostamenti durante la stagione e non solo dai pronostici azzeccati. Dopo il quattro a zero nel derby la quota scudetto dell’Inter è scesa da 1,90 a 1,75, mentre l’impresa dell’Olimpico ha fatto calare la Juventus da 3,00 a 2,75. Essendo insensato pensare che fra 36 giornate campione d’Italia possa diventare una terza squadra, il cinico ‘pro’ della situazione potrebbe tuttora giocare 15mila euro sull’Inter e 10mila sulla Juventus. In caso di trionfo di Mourinho a maggio incasserebbe 1250 euro netti, nel caso dicesse bene a Ferrara invece 2500. Al di là poi del fatto che chi ha preso posizione la settimana scorsa a 1,90 ed a 3,00 potrebbe chiudere in attivo la sua stagione già oggi. E’ ovvio che il banco avrà un profitto solo se sarà capace di allettare il pubblico con grandi quote, ispirando ragionamenti del tipo ‘Il Genoa è un’ottima squadra, perché non giocarlo a 100?’. I soldi rastrellati da questa massa eternamente perdente ma sempre allettante (Fiorentina a 66, Napoli a 150 e così via) quasi sempre superano l’utile aggregato dei sistemisti: se così non fosse non esisterebbero i bookmaker.
(pubblicato sul Giornale di oggi)

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