Chi ha scelto Secco

8 Gennaio 2008 di Stefano Olivari

Ricorderete, prima di Natale, le nuove intercettazioni. Per chi vive nell’ambiente del calcio, anche senza conoscere grandi retroscena, é stata la scoperta dell’acqua calda. Alessio Secco (foto) che viene ‘consigliato’ da Luciano Moggi: lo sapevano perfino i sassi. Un esempio concreto: i giornalisti che seguono i bianconeri scherzano sempre sull’argomento, prendendo in giro il buon Alessio, ovviamente alle sue spalle. “Non si muove mai senza lo zio Luciano”, il commento più elegante. Lo dobbiamo dire, a maggior ragione adesso: Alessio Secco é un gran bravo ragazzo. Lo conosciamo da quando entrò nel mondo juventino una decina di anni addietro, all’ufficio stampa. Poi fu promosso, prima con Lippi e poi con Capello: stava accanto a loro, come team manager. Però era evidente che fare il direttore sportivo significasse molto di più e che non fosse ancora preparato. La buona volontà non basta, nel calcio. Così come un calciatore di dodici anni non può lottare alla pari con uno di ventisette Alessio non poteva ruggire sul mercato contro i potenti del settore. Considerazioni scontate forse per i lettori, o per noi.
Domanda: se lo sapevano tutti che lui fosse sempre in contatto con Moggi, possibile che non ne fossero al corrente Blanc e Cobolli Gigli? E dai, su. Perchè non vediamo nulla di male nel chiedere consigli: Moggi avrà fatto e disfatto, controllato i designatori e metà dei dirigenti del calcio italiano, ma nessuno può dire che sia un incompetente. Moggi va in tivù, scrive sui giornali, é una persona libera di parlare di calcio al telefono: o no? Di cose illecite Secco non ne ha commesse. Conoscendolo, pensiamo non ne farebbe mai: anche se non è questo il punto. In quel ruolo ci vuole furbizia. E tanta. Ci vuole tutto quello che non amano dire i giornali italiani, infestati di buonismo comico e dannoso. Un esempio. Ricordate il caso dei Becali, con il Barcellona che finse sdegno per i soldi in nero richiesti dai procuratori? Bene. Sappiate che uno diventa procuratore proprio per questo: per arricchirsi. Tutti vogliono una fetta per un trasferimento importante. Ovvio, senza fattura, perché la fattura non esiste in certi casi. Certo, facile leggere in Italia del caso dei Becali, mica ci si poteva aspettare una dichiarazione del genere fatta da un club italiano verso un procuratore italiano. Accade lo stesso con i giocatori puttanieri che esistono solo in Inghilterra, in Italia invece tutti bravi papà e mariti che fanno la spesa.
Alessio Secco deve ancora fare strada, e tanta, per sbrigarsela da solo, convincere i procuratori, trattare il prezzo, con le maniere giuste e anche meno. Chi poteva immagire un ragazzo alle prime armi in grado di gestire Buffon, Trezeguet, Del Piero, Camoranesi? Certo, se vogliamo scherzare, via, nessun problema. Cobolli Gigli e Blanc non conoscevano di persona neppure un calciatore dilettante, per evidenti motivi: non frequentavano gli stadi, le società, i giocatori. Facevano un altro mestiere. Perfino adesso sembrano lontani anni luce del mondo calcistico. Alla fine é stato come una specie di accordo tacito: Moggi avrebbe dato il suo aiuto per un po’, facendo crescere Alessio Secco. Alzi la mano chi, nel privato e non in pubblico, non si sarebbe comportato alla stessa maniera. Ripetiamo, in privato. Perché in pubblico siamo tutti forcaioli o garantisti, in base alla convenienza del momento.

Dominique Antognoni
dominiqueantognoni@yahoo.it

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