logo

Attualità

Buona camicia a tutti

Oscar Eleni 20/05/2024

article-post

Oscar Eleni in posa da serpente sotto il salice solitario che a 10 metri dalla riva nel lago neozelandese Tanaka richiama più spettatori che certe partite. In troppi sport si rosica per risicare il risultato, firmare contratti, salvare la pelle, il posto. Adesso nel basket hanno inventato il catenaccio Messina alla vigilia di una semifinale contro Brescia che potrebbe diventare la fatal leonessa per i pitoni di casa Armani. Nei giorni del tripudio interista e delle piume sparse dove cercare la proprietà del biscione, delle angosce per Sinner, riscoprendo il ciclismo con il fenomeno Pogacar che non soffre, ma sa sorridere mentre lascia nella polvere avversari e miti, contenti che anche Jacobs abbia ritrovato il piacere di stare più in pista che in sala biscotti, urlando al mondo che adesso abbiamo anche una campionessa di judo come la Giuffrida, addolorati per l’addio a Peccedi l’anima della valanga di Cotelli nel grande sci.

Mondi che si incrociano e schivano il peso gettato sempre più lontano del tifosissimo viola Leo Fabbri mentre i paginoni sono tutti per lo spogliarello di Max Allegri che si è volontariamente firmato il licenziamento nella recita all’Olimpico mentre la sua  ultima Juventus vinceva l’ennesima Coppa Italia. I baskettari indignati devono aver scritto lettere infuocate al livornese che adesso troverà il tempo per discutere con Jokic negli ippodromi italiani dopo che il tre volte MVP della NBA ha detto che non è sicuro di andare alle Olimpiadi, appena Minnesota ha eliminato i Nuggets campioni nello stesso giorno in cui chi tifava Knicks, la New York del senatore Bradley, si è trovato fuori gioco in gara sette contro Indiana.

Ma torniamo agli indignati fra i canestri che giustamente ricordano che nel Bagaglino dello sport il primo a strapparsi le camicie, inseguire arbitri, allontanare chi voleva salire sul carro del vincitore dopo avergli detto di tutto è stato il Gianmarco Pozzecco che adesso recita ogni sera un rosario speciale pensando alla difficile qualificazione olimpica in Portorico con la nostra nazionale che dovrà uscire da un campionato dove di veramente italiano c’è soltanto l’inno suonato o cantato prima di ogni partita. Capiamo Allegri e il suo sfogo perché allenare, insegnare, vivere in una squadra vera, è proprio difficile se a comandare sono le curve frastornate, i dirigenti che assomigliano soltanto ai padri infuriati delle partite nei tornei giovanili, gente che magari è pure ricca, ma di sicuro ragiona con la pancia e poco con il cervello.

Sarà per questo che tanti giocatori si viziano e si perdono nel privato, strafottenti anche verso i compagni di squadra, mai colpevoli del passaggio sbagliato, del tiro a pene di segugio, della difesa dimenticata perché devono mettersi la cipria. Ne abbiamo viste tante e molti allenatori hanno pagato perché non tutti hanno il tocco magico, la pazienza e la fortuna come predicava Arrigo Sacchi benedicendo Carlo Ancelotti o Pep Guardiola plurititolati di fresco a Madrid e Manchester. Ve lo diranno persino i grandissimi, cominciando dal Velasco che battendo la Turchia ha ritrovato il piacere di stupire mentre il Santarelli che ha vinto tutto, stupendo il mondo, adesso, magari, sentirà qualche critica.

Nei campionati che arrivano a premiare le squadre migliori anche il basket si avvicina alla grande scelta ma è sbalordito vedendo che la Virtus Segafredo domani e Venezia, nel lunedì dei barbieri, dovranno fare bene in gara cinque per eliminare Tortona e Reggio Emilia che già meritano una stella nel paradiso della stagione esagerata, in un campionato che pensava al dominio incontrastato delle sue regine di Milano e Bologna e scopre, invece, che fatica, infortuni, scelte sbagliate, hanno trascinato vicino al salice solitario pure Armani e la Segafredo che non sa bene come sarà il suo futuro, economicamente parlando.

Basket che nel ventinovesimo glorioso anno di vita del grande Varenne vedrà da domenica una disfida lombarda dove i cavalieri di Armani saranno pesati e valutati davvero da Brescia in versione Leonessa, quella che Magro ha ritrovato dopo tanti tormenti. Per la verità i credenti del messianesimo sono sicuri che anche l’Armani, dopo lo scivolone sulla banana trentina, ha forse sentito la voce saggia del maestro Gamba e ora lo spogliatoio e  quelli che vanno in campo sembrano davvero una  squadra dove ci si aiuta, ci si passa la palla, si soffre insieme. Un problema che sembrano avere ancora invece la Segafredo Virtus e la Reyer, anche se la malattia se la sono presa in modo differente. Diciamo che l’individualismo ha reso meno solida una Venezia che certo ha più debolezze strutturali rispetto alla regina bolognese.

La Virtus ci aveva incantato nei giorni in cui tutti, ma proprio tutti, dalla proprietà ai giocatori, non vedevano l’ora di dimostrare a Scariolo che non erano così deboli come temeva don Sergio e bisogna dire che grazie al Banchi, il grossetano cresciuto nella magnificenza senese, una guida sicura con tacche importanti sulla sua pistola, un allenatore di assoluta qualità, per mesi ce la siamo goduta questa Virtus che aveva sbagliato soltanto in coppa Italia contro la Reggio Emilia cresciuta così bene e che adesso tormenta  Venezia. Nella Virtus che ci piaceva non tutti cercavano di avere i riflettori di mastro Belinelli, non tutti pensavano di essere  al centro dell’attenzione come Shengelia, mentre tutti, invece, sapevano che la debolezza al centro andava aiutata dal lavoro di squadra. Gara quattro a Tortona ci ha detto che qualcosa si è rotto nel meccanismo squadra, vedremo se la cura rapida avrà ridato il senso delle proporzioni ad un gruppo  che quando ricorda di esserlo ha saputo divertire e fare grandi risultati. Magari martedì quando avremo le semifinaliste anche nella parte est del tabellone torneremo a discutere perché se da sabato non saranno Bologna e Venezia a giocarsi un posto per la finale tricolore allora qualcuno sarà già davanti ai giudici popolari.

Pagelle piangenti dal salice neozelandese.

10 Al BELINELLI mvp del campionato soprattutto se riuscirà a risvegliare una Virtus dove in troppi cercano di imitarlo, partendo dalla difesa. Tutti giusti i premi di Lega anche se avremmo aspettato la fine per eleggere i padroni della stagione.

9 A TRENTO per come ha costruito questa bella stagione, molto faticosa, difficile se hai una rosa limitata. Bravo Corti a dirigere da fuori, bravissimo GALBIATI nel guidare uno staff  tecnico vivace ed energico.

8 Per PISTOIA che ha lasciato la scena abbracciata al suo bellissimo popolo sulle tribune, imparando anche nella sconfitta contro una Brescia che ha ritrovato nella casa di Brienza quello che ad inizio stagione faceva paura a tutti.

7 Alla coppia italiana BALDASSO e CANDI che hanno costretto la Virtus a gara cinque lavorando al meglio agli ordini del granduca DE RAFFAELE che ha messo le basi per un futuro vero nella cittadella dei Gavio e nel nuovo palazzo a Tortona.

6  Agli ALLENATORI che saranno in grado di dare a POZZECCO giocatori con energie per  sopportare il tremendo preolimpico fra Portorico e orchi lituani.

5 Ai DISPERATI che si sono messi in gramaglie perché le ragazze della nazionale 3 contro 3 non si sono qualificate per le Olimpiadi. I problemi del settore sono ben altri, come del resto quelli che ha il basket maschile, anche se tutti fingono che sia sempre festa.

4 All’EUROLEGA che ha osato confermare le finali di Berlino negli stessi giorni in cui il sontuoso basket italiano, con la benedizione federale e legaiola, manderà in campo le sue finaliste. I giornali sono già stai avvertiti: brevi da Berlino, spiegazioni  al cloroformio per le “battaglie” nazionali.

3 Alle PATTINATE su troppi campi dove i giocatori rischiano di farsi male seriamente. Umidità, calduccio, bagnaticcio. Si dovrebbe fare attenzione, ma già, gli arbitri hanno i loro problemi nei sei sette minuti di sosta media davanti al video magari per una rimessa sul meno venti.

2 Ai giocatori della REYER se dovessero fare soltanto da spettatori in semifinale mentre le ragazze di MAZZON sono così vicine allo scudetto nella finale contro SCHIO.

1 Agli ARBITRI per evitare che anche nel basket ci sia qualcuno che si strappa la felpa o la giacca chiedendo di parlare con il designatore. Chiarire subito sui blocchi e sui contatti perché in una partita prevale il piumino e in un’altra l’accetta. Già si straparla di avversari con sei giocatori, già si preparano crociate per far diventare bolgia tipo Atene  o Belgrado, dove la Stella Rossa  ha battuto il Partizan, il nostro campionato con statuine che costano troppo caro.

0 A tutti i CAMPIONI che hanno già detto no all’Olimpiade, a quelli che ancora tentennano, a quelli che fingono di dover rinunciare  per colpa di chi nei nuovi contratti li obbligherebbe a riposare invece che servire  il movimento dove sono cresciuti.  Certo in Italia, purtroppo, non sono tantissimi, ma almeno obblighiamoli ad una sana vecchiaia in azzurro.

info@indiscreto.net

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    L’eredità del figlio unico

    I rapporti del Censis sono di solito una manna per i cantori della sfiga e del declino italiano, quindi in genere i giornalisti boomer, in contrapposizione alla meravigliosa Italia di una volta dove di meraviglioso c’erano in realtà soltanto i nostri 15 anni (e non è nemmeno vero sempre, gli adolescenti di base stanno male, […]

  • preview

    IT Wallet: innovazione o cagata?

    Cos’è l’IT Wallet? Era dai tempi dell’App Immuni, che tanti danni ha portato anche a Indiscreto (una lunga storia, ce la teniamo per un post a parte), che non sentivamo e leggevamo un simile entusiasmo mediatico a reti unificate per una app, in questo caso la app IO, apparentemente come mille altre, che consente di […]

  • preview

    Le zone più pericolose di Milano

    I recenti fatti in zona Corvetto a Milano hanno generato reazioni di destra e di sinistra,. come era prevedibile, ma non ancora quella davvero scomoda per destra e sinistra: gli immigrati, di prima, seconda o terza generazione, non sono tutti uguali. Ci sono culture affini a quella italiana, o in senso lato occidentale, e altre […]

  • preview

    Maurizio Mosca batte Stash

    Maurizio Mosca meglio di Stash. Impossibile per la nostra mente malata non pensare alle famose 400.000 lire di coca comprata in piazza Aspromonte (accusa infamante e infondata lanciata da un telespettatore al telefono) quando abbiamo letto del cantante dei The Kolors derubato in Corso di Porta Romana di uno zainetto contenente quattro orologi preziosi. Cosa […]

  • preview

    Scuole paritarie

    La proposta di Fratelli d’Italia di un contributo di 1500 euro per le famiglia con figli iscritti a scuole paritarie è di quelle divisive al massimo e non soltanto per motivi finanziari: fra l’altro con 1.500 euro si pagano 2, al massimo 3 mesi di iscrizione a una scuola elementare paritaria, nemmeno delle migliori (lasciamo […]

  • preview

    I nemici di Israele

    La caccia all’ebreo, prima ancora che all’israeliano, per le strade di Amsterdam dopo Ajax-Maccabi Tel Aviv di Europa League, e quella che non ci sarà domani a Parigi dopo Francia-Israele di Nations League perché a israeliani e a ebrei anche francesi è stata sconsigliata la presenza allo Stade de France, sono un pretesto calcistico per […]

  • preview

    Morning in America

    Donald Trump è di nuovo presidente degli Stati Uniti, dopo 4 anni in cui molti lo hanno dato politicamente morto o nella migliore delle ipotesi carcerato. Trump ha battuto Kamala Harris a dispetto del 90% dei giornalisti europei che in queste ore sembrano in lutto e stanno rivalutando i giornalisti-tifosi delle trasmissioni calcistiche. Essendo Trump […]

  • preview

    Il fondoschiena ideale

    Come deve essere il fondoschiena ideale? Alto e piccolo o tondo e burroso? Se ne può, anzi poteva, almeno discutere. La domanda è di un Maurizio Mosca d’annata, padre del Di qua o di là che tanto amiamo, in una vecchia trasmissione di Telenova, televisione cattolica. Una domanda però molto laica, inimmaginabile nella televisione di […]

  • preview

    Martiri di Gorla o palestinesi

    Martiri di Gorla o palestinesi? Pur essendo noi sempre e comunque dalla parte di Israele una riflessione sul confronto fra uno degli episodi più tragici della Seconda Guerra Mondiale e i bombardamenti a Gaza e altrove si può fare. Un parallelo spericolato, storico ma anche di attualità visto che qualche giorno fa quando Mattarella ha […]

  • preview

    Barista cinese o ladro italiano

    Barista cinese o ladro italiano? Prima ancora di conoscere bene i fatti per chi scatta il giustificazionismo? Per non dire il tifo… Da giorni eravamo alla ricerca di un sondaggio trasversale rispetto a destra e sinistra, finalmente lo abbiamo trovato. Il punto di partenza quanto avvenuto poche ore fa a Milano, con un uomo che […]