Le migliori canzoni della Premiata Forneria Marconi

5 Maggio 2024 di Indiscreto

Viviamo nell’ansia che nel selettivo tabellone del Festival di Indiscreto ci si dimentichi di grandi nomi della musica italiana, così ci giochiamo subito tutti quelli che pensiamo manchino nella nostra divisiva competizione. Fra questi la PFM, cioè la Premiata Forneria Marconi a un certo punto inglesizzatasi (per i media) nel nome nel tentativo di sfondare all’estero. Il gruppo ha una storia complessa, fra cambi di nome (nati come Quelli, poi Krel, poi Premiata Forneria Marconi) e di formazione, con certe fasi in cui non si è capito chi fosse un componente, chi un turnista, chi un ospite. Il tutto in mezzo a scioglimenti che non sono mai stati tali, a mezze reunion per tour celebrativi, e ad una buona stampa che gli ha permesso di vivacchiare per decenni.

Nell’assetto attuale, a più di mezzo secolo dall’inizio, fra i sei ci sono Franz Di Cioccio (l’unico ad esserci sempre stato), Patrick Djivas e Lucio Fabbri, e fra i tanti del passato troviamo giusto ricordare Flavio Premoli, Franco Mussida e Mauro Pagani. Ma l’elenco delle collaborazioni di un gruppo che come molti abbiamo scoperto grazie a De André è davvero sterminato. Ricordiamo solo, come nomi di culto, Teo Teocoli cantante nell’epoca Quelli, quindi metà anni Sessanta, e Demo Morselli (proprio quello del Costanzo Show) turnista molti anni dopo. La certezza è che a livello di immagine nel prog italiano esiste la PFM e poi tutti gli altri, anche se chiunque ricorda più successi del Banco, degli Area (da cui veniva Djivas) e dei New Trolls rispetto a quelli della PFM.

Nel prog i singoli contano meno che in altri generi, senza contare il fatto che i grandi gruppi prog si caratterizzano per il saper suonare, spesso bene come nel caso della PFM, mescolando più generi, più che per la canzone da fischiettare o da ascoltare in maniera compulsiva tipo trapper. In ogni caso non c’è dubbio che a livello creativo la PFM il meglio lo abbia dato negli anni Settanta. In ordine cronologico le prime due canzoni sono ex aequo, perché La carrozza di Hans è il lato A del 45 giri di esordio, nel 1971, mentre Impressioni di settembre è il lato B. Esordio davvero clamoroso: per entrambi i pezzi musica di Mussida e testi di Pagani, con inserimento di Mogol (erano nel giro di Battisti, oltre ad avere la Numero Uno come casa discografica) in Impressioni di settembre. Dopo avere azzeccato altri pezzi, su tutti La luna nuova, scritta nel 1974 d Djivas, la PFM ha anche un discreto successo all’estero, con collaborazioni eccellenti, ma con il prog davvero si gioca in trasferta. Il ritorno al successo italiano è del 1980, con l’album Suonare Suonare. Ma il prog e il meglio sono già passati.

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