Bastava cambiare Cambiasso

5 Marzo 2012 di Libeccio

di Libeccio
Molti spettatori interisti di San Siro hanno capito tutto: la colpa è di Cambiasso. Non di una società che, con la squadra in caduta libera, ha ritenuto di poter spolpare ulteriormente la rosa vendendo Thiago Motta. Guarin (un buon giocatore, ma rotto) e Palombo (un giocatore di terza fascia, a dispetto del suo passato in Nazionale) i sostituti per passare la nottata.
In precedenza si era rinunciato ad uno dei primi tre attaccanti a livello mondiale (il superlativo Eto’o, che l’anno scorso aveva nascosto tutte le magagne montanti dell’Inter) con un buon giocatore avviato celermente sul viale del tramonto (Forlan) e prima ancora si era ceduta una perla rara dei fondali del calcio italico (Mario Balotelli) per improbabili polli di allevamento tutto fisico e poco altro. Ieri sera ad un certo punto la telecamera ha passato in rassegna la panchina dell’Inter: inquadrando il nulla vestito di nerazzurro. In base a quali principi di folle pianificazione è stato realizzato questo delitto di lesa maestà contro una squadra che ha mietuto ogni genere di traguardo in Italia e nel mondo non è dato sapere. Neanche sembra che ci sia uno sforzo per identificare un responsabile o un pol di responsabili per chiedergli, gentilmente ma fermamente, di farsi da parte sin da ora. Fermo restando che il principale responsabile, nel bene e nel male, cioé Moratti, non può autolicenziarsi. Questa deriva assurda ha infatti molti protagonisti, ma pochi responsabili. Ieri sera è bastato che si aggiungesse un po’ di fiato e di fosforo (ci riferiamo soprattutto a Poli per Palombo) alla asfittica e assurda prestazione in corso per risalire di due gol e sfiorare il terzo e forse la vittoria. Fino a quel momento, con una squadra solo votata ai passaggi laterali e spesso arretrati non si capiva dove fosse finita l’Inter. In questo è la precisa responsabilità di un Ranieri, che comunque è l’ultimo responsabile anche se sparare sull’allenatore è sempre comodo. Moratti, Paolillo, Branca, Ausilio: spiegabili ma non spiegate le cessioni (il fair play finanziario è una bufala, bisognerebbe prima dire che Moratti non ha più soldi da spendere), imbarazzanti gli acquisti recenti, preoccupante l’idea che si possa risolvere tutto con un allenatore nuovo, da Villas Boas a Baggio. Rimane la fastidiosa ovazione di scherno contro Cambiasso al momento della sostituzione. Non si giudica cosi un giocatore che è stato il pilastro portante del ciclo vincente ed esaltante dell’Inter.

Libeccio, 5 marzo 2012

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