Agenzia senza collocamento

1 Luglio 2009 di Stefano Olivari

Chi vive fuori dal mondo della cosiddetta comunicazione (in molti casi una banale voce del padrone) non si rende conto di quanto giornali e notiziari televisivi, per non parlare dei siti web, debbano alle notizie di agenzia. In particolare nel settore sportivo, dove non si va più in trasferta nemmeno nel cortile sotto casa (a Pechino per la Supercoppa non andrà praticamente nessuno), il riciclaggio di Ansa, AdnKronos e Dire è quasi un’arte. Cambi l’attacco, trasformi i bolognesi in felsinei, asciughi il virgolettato ed il gioco è fatto. Per questo la chiusura del notiziario sportivo della Dire, decisa ieri, è per i ‘professionisti’ del settore una piccola tragedia al di là delle solite logiche corporative. Problemi di bilancio, ovviamente, derivanti dall’impossibilità di farsi pagare per quelle che nel mondo pubblicitario vengono giudicate in anglo-cialtronese ‘commodities’. Ci sono grandi club calcistici italiani che non pagano l’abbonamento all’Ansa, usando le password di televisioni amiche, ci sono un’infinità di radio che si limitano a leggere non diciamo Gazzetta.it, ma il…Televideo! Ce lo meritiamo, il dee jay del mattino che cazzeggia sulle brevi del Corsera: vero testo sacro dalle Alpi al Lilibeo.

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