Fondo pensione, sì o no?

18 Aprile 2019 di Stefano Olivari

Bisogna sottoscrivere un fondo pensione privato, perché quando saremo vecchi il sistema pensionistico pubblico erogherà pensioni misere. In ogni caso non paragonabili a quelle dei nostri genitori, come potere d’acquisto. Questo il mantra di molti giornalisti che si occupano di economia, secondo soltanto a quello sui prezzi degli immobili alla vigilia di un boom.

Qualche sospetto sorge spontaneo, così ci siamo relativamente divertiti quando sull’ultimo numero del Corriere Economia abbiamo letto l’ennesimo servizio entusiastico sui fondi pensione, secondo cui negli ultimi vent’anni avrebbero come rendimento battuto azioni, obbligazioni e liquidazione in azienda.

Al di là delle differenze fra i vari fondi pensione (chiusi, aperti, piani individuali) italiani, questi confronti sono difficili per il passato, visto che nessuno investe tutto il suo patrimonio sugli indici (anche se forse dovrebbe, perché gli ETF su un certo mercato quasi sempre battono i fondi specializzati su quel mercato), e impossibili per il futuro dal momento che nemmeno Draghi ha idea di come saranno i tassi fra qualche anno.

Ma il vero problema dei fondi pensione, almeno secondo noi banali lettori di pagine economiche, non è tanto il rendimento (dipende a cosa lo si confronta: perché non a un bilocale dato in affitto con Airbnb?), ma che sono rigidissimi in uscita. Difficile avere anche soltanto una parte di quanto versato prima della maturazione dei requisiti pensionistici, con un problema di base: sono ad integrazione della pensione pubblica, diciamo per semplicità quella INPS, da corrispondersi quando maturano i requisiti per la pensione pubblica. In altre parole, se fra 10 anni l’età pensionabile dovesse essere alzata a 75 anni come sarebbe demograficamente giusto, la vostra/nostra pensione integrativa non la vedremo fino ai 75 anni.

Con le regole attuali, poi, si può avere indietro il 50% del capitale dopo un anno di disoccupazione e il restante 50% dopo quattro anni senza lavoro. Certo il nostro sessantacinquenne del futuro se perderà il lavoro potrà sempre consegnare le pizze, complice l’aumento delle piste ciclabili (e comunque non avrebbe i soldi per mantenere l’auto). Vi fate male? Fatevi male sul serio, però, perché per riavere tutto il versato l’invalidità deve essere di almeno il 66%. Per fare un esempio concreto: l’amputazione degli arti inferiori porta ad una invalidità del 65%. Quindi tagliatevi anche una mano e forse riavrete i vostri soldi. Con la mano rimanente potrete sempre mettere su Sky o Dazn, per non dire altro.

Ci risulta incomprensibile, al di là della convenienza personale di chi propone questi prodotti, perché un fondo pensione dovrebbe avere una performance migliore di un ‘normale’ fondo di investimento con la medesima composizione in termini di rischio o di un paniere di fondi di investimento. Il fondo pensione investe a sua volta in fondi (quindi le commissioni sono altissime, in certi casi vicine al 4% annuo) e non garantisce un rendimento di alcun tipo, quindi consigliare al proverbiale rider di Glovo di iniziare i versamenti a 21 anni perché tanto l’INPS fallirà è senza senso.

Inoltre il fondo pensione non può essere smobilizzato in pochi giorni feriali, come la quasi totalità dei fondi di investimento sul mercato (se proprio volete investire in fondi). In altre parole, al di là degli eventuali vantaggi fiscali il fondo pensione è una boiata pazzesca, una truffa ideologica con piazzisti ben collocati nelle trasmissioni televisive, nei giornali e, per quello che abbiamo letto, anche nelle università. Del resto una delle loro argomentazioni principali è che lasciando i soldi sul conto corrente uno potrebbe avere la tentazione di spenderli… Insomma, siete dei cretini con le mani bucate e quindi consegnate i vostri soldi a chi non ve li ridarà fino quasi alla vostra morte.

Avrete a questo punto capito che questo articolo NON è sponsorizzato dai fondi pensione, in realtà non è sponsorizzato da alcuno (i banner che a volte vedete su Indiscreto dipendono dalla nostra concessionaria di pubblicità e sono a rotazione, noi non abbiamo alcun rapporto personale con le aziende) ma nasce da un pensiero che avevamo da un po’ di tempo. Ci piacerebbe quindi conoscere il parere di persone del mestiere, fra i lettori di Indiscreto, soprattutto se questo parere è in contrasto con il nostro. Magari ne nascerà una discussione utile a tutti, a volte è capitato.

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