Auguri da via Novara

31 Dicembre 2018 di Indiscreto

Gli auguri di un felice e fortunato 2019 sono scontati se provengono da noi, esseri mediocri e sostanzialmente inconsapevoli della propria mediocrità, ma non se arrivano da un uomo interessante e cazzuto come Budrieri, le cui vicende abbiamo smesso di narrare seguendo uno dei comandamenti di Paolo-Wang, cioè lo stop loss. Di sicuro il suo nome vi sarà tornato alla mente leggendo degli scontri fra ultras in via Novara prima di Inter-Napoli: avvenuti all’angolo con via Fratelli Zoia, praticamente al Parco di Trenno e quindi abbastanza lontano dal Champions Pub, ma pur sempre in una strada che quando la colonna dell’ATM morirà (va per i 74 ed è in formissima, ma prima o poi accadrà) sarà dichiarata luogo di interesse nazionale, con visita guidata al deposito dei tram.

Ovviamente Budrieri non c’entra niente con i fatti tuttora da accertare, pur essendo molto rispettato dal mondo ultras per la sua temerarietà e il suo atteggiamento da maledetto anti-sistema, da ribelle senza causa: alle 19.30 lui era già dentro San Siro e senza nemmeno il suo piumino della Legea, che l’Erminia aveva donato a ad alcuni profughi gambiani (perseguitati da hacker russi e da gruppi sovranisti facendo capo a Bannon) dei quali la parrocchia l’ha nominata tutor. L’uomo che impressionò John Kennedy e disse no a Jackie (e non solo a lei) ha resistito fino al gol di Lautaro Martinez soltanto grazie alla sua tempra e ad un vecchio giaccone bucato dell’ATM, indossato per la prima volta durante un Inter-Nantes del 1980, durante cui stabilì che Bossis, Michel e Trossero non erano da Inter. Nel 2019 proporremo qualche flash sulla sua vita e su quella di altri personaggi del nostro bar preferito, dove anche stamattina siamo passati dopo la consueta doppietta Simply-Arcaplanet: le cose da raccontare non mancano, fra queste anche il gran rifiuto di un trans di via Novara (sempre lì si torna), lettore delle opere di Cesare Battisti, che ha accusato il Gianni e soprattutto Budrieri di essere sostenitori di Bolsonaro.

Ma al di là di questi episodi di vita vissuta, ci facciamo messaggeri degli auguri di quest’uomo che ha rappresentato come nessuno l’Italia e la Milano della ricostruzione, quella del boom economico, quella degli anni di piombo e quella degli anni Ottanta, andando in pensione prima che il salto del tornello (con o senza Dybala Mask) diventasse il primo sport praticato in città. Auguri quindi a tutti gli amici di Indiscreto, oltre che che ai frequentatori del Champions Pub: non perdiamo la voglia di cazzeggiare, mai. Significa che sulle cose serie non siamo messi poi così male.

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