Non Mifid di nessuno

6 Ottobre 2016 di Stefano Olivari

La vicenda di Banca Etruria e delle altre tre banche che hanno piazzato spazzatura ai loro clienti prima di essere salvate (ma ancora non è detto, visto che al termine dello scorso 30 settembre per l’acquisto delle loro versioni ‘good bank’ nulla è successo) sulla pelle di chi ha subito il bail-in anticipato, è ricca di implicazioni finanziarie, politiche e giudiziarie che sono già state analizzate su vari media. Insomma, le possibilità di informarsi ci sono: ma se il 90% degli italiani ha come primario strumento di informazione la televisione, che spesso tiene basse (anche per motivi di audience, perché parlando di questi temi non si può andare avanti a battute) le porcherie di banche e dintorni, la colpa è di questo 90% e non dei poteri forti o di Boschi senior.

Personalmente però siamo rimasti colpiti soprattutto dal lato umano della vicenda, che in provincia è ancora più importante: come fanno l’impiegato e il funzionario di banca che hanno giocato a pallone con te, che hai frequentato all’oratorio e con i quali hai preso mille aperitivi, come fanno queste persone a fregarti sapendo di farlo? Cinque mesi fa la Procura di Arezzo, in seguito a una perquisizione della Guardia di Finanza in Banca Etruria, aveva ipotizzato l’esistenza di ‘una cabina di regia a livello manageriale’ che, nella sostanza, avrebbe suggerito ai dipendenti di proporre prodotti ad alto rischio a clienti che invece avevano un profilo di rischio basso.

La cosa ci ha stupito e abbiamo chiesto ad alcuni bancari fidati informazioni circa la possibilità tecnica di tale pratica. La risposta che abbiamo ricevuto è stata unanime: dal 2007, cioè da quando è entrata in vigore in Italia la direttiva MIFID, non è possibile nemmeno con il dolo vendere un prodotto finanziario ad alto rischio ad un cliente che ha un profilo di rischio basso o comunque non coerente con quello del prodotto. Domanda di Indiscreto: come è possibile, parlando in generale, vendere prodotti rischiosi a gente che mai li vorrebbe, se fosse informata sulla loro natura? Risposta (quasi) unanime: basta che il cliente risulti con una cultura finanziaria coerente con lo strumento, in altre parole che firmi senza leggerla (e questa è una sua/nostra colpa) una modulistica con barrate caselle che rappresentino quasi il profilo di un trader.

Abbiamo così telefonato a Letizia Giorgianni, giornalista e presidente dell’Associazione vittime del Salvabanche (se qualche cliente delle quattro banche coinvolte volesse saperne di più può scriverle a direzione@vittimedelsalvabanche.it), chiedendole del contenuto degli esposti (circa 300) dei presunti truffati. Oltre alle cose già note, senza addentrarci in tecnicismi o complottismi, emerge una poco simpatica verità: molte di queste persone avevano un Mifid che non c’entrava nulla con il loro reale profilo. Agricoltori in pensione che risultavano avere un profilo di rischio ‘esperto’, profili di rischio bassi trasformati in medi, addirittura licenze medie diventate lauree, per non dire dei tanti il cui Mifid nemmeno è stato trovato. Moduli compilati con leggerezza o truffa? Non lo sappiamo, certo è che le banche non potrebbero continuare a proporci spazzatura senza una catena di comando che sia in qualche modo accettata da una parte (basta anche una piccola parte a fare la differenza in negativo) dei dipendenti, ingolositi da qualche bonus o ricattati da qualche minaccia. Ad Arezzo si dice che stia per accadere qualcosa di clamoroso, sotto il profilo giudiziario, ma eventuali ed improbabili condanne non cancellano tanti tradimenti personali, più o meno ispirati dall’alto.

Quando qualche settimana fa la SuperMegaBanca, così grande che Etruria potrebbe essere un suo sportello, ha proposto ad una ottantenne di nostra conoscenza un fondo azionario a suo dire con grandi margini di risalita (sull’unica base che negli ultimi anni aveva fatto schifo: come a dire, noi scriviamo su Indiscreto e proprio per questo domani dirigeremo il New York Times), che una nostra grande inchiesta giornalistica (siamo andati su Morningstar.it) ha scoperto investire soprattutto in Africa (Egitto, Kenya, Mauritius, Nigeria, Sudafrica i paesi citati) e con un orizzonte di lungo periodo. E quindi? Si può fregati soltanto da persone o istituzioni di cui ti fidi.

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