Kyenge o Salvini?

3 Marzo 2015 di Stefano Olivari

Non ha avuto grande eco mediatica l’idea dell’ex ministro ed ora europarlamentare del PD Cecile Kyenge, espressa in occasione della manifestazione di sabato scorso a Roma, di applicare la legge Mancino a Matteo Salvini, alla Lega, a Casa Pound ed in generale a chi abbia idee diverse dalle sue su immigrazione e integrazione. Legge che, lo ricordiamo, dal 1993 prevede multe e in caso di reiterazione del reato (o presunto tale) al limite anche l’esclusione dalle liste elettorali per chi propaganda l’ideologia fascista (facile, lo dice già la Costituzione) o incita alla discriminazione per motivi nazionali, etnici o religiosi (qui la questione è più ambigua). Il ‘Di qua o di là’ di oggi ci è stato ispirato anche da quanto accaduto a Piazzapulita, con l’eurodeputato della Lega Gianluca Buonanno che ha definito i rom ‘feccia della società’ e buona parte dello studio che ha applaudito facendo infuriare il conduttore (Corrado Formigli), stupito perché non si trattava di claque organizzata ma di spettatori normali. Il sondaggio non è in fin dei conti molto sottile e prescinde dall’impresentabilità della Kyenge o di Salvini. Ci sono idee inaccettabili, in una società democratica e tollerante? Se sì, chi stabilisce l’inaccettabilità di queste idee: una elìte o la maggioranza della popolazione? I personaggi che accendono il dibattito possono anche essere macchiettistici, ma il problema è serio e va molto al di là dei Rom (lì basterebbe perseguire il furto, senza discriminazioni etniche) e di Casa Pound (per cui basterebbe la Costituzione). E quindi? Proviamo a pensare all’ideologia più lontana dalla nostra, prima di rispondere. E poi alla nostra.

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