Tagliamo il CONI

4 Luglio 2012 di Stefano Olivari

Le interviste a Gianni Petrucci di solito rivalutano quelle obbligatorie della Rai ad Abete nell’intervallo delle partite della Nazionale, per il grigiore dei contenuti e il contesto autocelebrativo. E quelle preolimpiche non fanno eccezione, fra previsioni di medagliette e ottimismo istituzionale. Quelle per Londra 2012 sono le ultime, visto che non potrà per legge andare oltre il quarto mandato da presidente del CONI e che si dovrà quindi accontentare di segare la poltrona di presidente FIP a Dino Meneghin, che oltretutto è un suo fedelissimo (nessuno è perfetto). Interviste da saltare in blocco, che spuntano qua e là ad opera della grande firma che si ‘scomoda’ per registrare banalità sull’universo mondo. Da staccare e conservare invece le statistiche, visto che a Londra 2012 gli atleti italiani saranno in totale 290 (con qualche aggiunta in extremis, se domenica nell’atletica qualcuno in più riuscirà ad ottenere il minimo olimpico). 57 meno che a Pechino. Al netto della nazionale olimpica di calcio, che a Pechino c’era, il risultato è di meno 37 (le rose erano di 20), anche se non vediamo perché si debba mettere il cappello sul calcio quando si stanno per vincere gli Europei e ci si dissoci quando fa comodo per aggiustare le statistiche. In altre parole, un fallimento clamoroso. Con cali, rispetto a 4 anni fa, negli sport che danno la dimensione della salute sportiva di un paese: meno 12 nell’atletica e meno 4, nonostante alcuni fenomeni, nel nuoto. Non avendo niente da fare, abbiamo letto la relazione sul budget 2012 del CONI (questo il link), che evidenzia come nel 2012 il finanziamento pubblico sia stato pari a 408.9 milioni di euro: 38,8 milioni in meno rispetto al 2011, ma solo 11,5 in meno rispetto al 2004 (altro anno olimpico). Ai 408,9 vanno aggiunti circa 12 milioni di ricavi commerciali legati allo sfruttamento del marchio CONI (poi le singole federazioni hanno loro sponsor e loro politiche commerciali). Considerando che nella maggioranza discipline olimpiche i soldi veri ce li mettono i corpi militari (cioé Pantalone, cioé in ultima analisi chi non riesce ad evadere), non si tratta di pochi soldi. Soprattutto se rapportati al resto del mondo, primo fra tutti il Regno Unito padrone di casa. Il cui CONI si chiama BOA, è un ente privato (il CONI invece è pubblico), che si finanzia interamente attraverso iniziative commerciali, lotterie e donazioni. E quindi? Lo Stato potrebbe tranquillamente risparmiare anche questo mezzo miliardo all’anno.

 

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