Tokyo 2020, la voglia matta di Djokovic

29 Luglio 2021 di Stefano Olivari

Abbiamo tradito i primi tre quarti di Spagna-Argentina, sintonizzandoci sulla rimessa dal fondo di Laprovittola che è già un instant classic, perché siamo rimasti ipnotizzati dal quarto di finale del doppio misto stravinto da Novak Djokovic e Nina Stojanovic contro la coppia tedesca Krawietz-Siegemund. Ma dove trova tanta voglia il numero uno del mondo? Ok per il singolare, ma il doppio misto a noi fa sempre venire in mente l’omonimo film con Gigi e Andrea (starring anche Moana Pozzi e Tinì Cansino, senza dimenticare Gianni Ciardo) o un giochino da pensionati…

Nel primo caso fra lui e il sempre sognato oro olimpico, già vinto da Nadal e Federer (solo in doppio, ma quell’esultanza folle con Wawrinka non gliel’abbiamo mai vista fare nemmeno a Wimbledon), c’è soltanto semifinale con  Zverev, dopo che un Medvedev già con la lingua per terra contro Fognini ha perso con Carreno Busta e dalla parte bassa del tabellone uscirà quindi un finalista nettamente sfavorito, lo spagnolo o Khachanov. Più complicato proprio l’oro nel doppio misto, perché le altre tre coppie rimaste sono tutte buone, ma la doppietta è più che possibile.

Fognini che si insulta dandosi del frocio è il nuovo imputato del tribunale del popolo web, come se avesse detto la stessa cosa ad un’altra persona, al fresco di un bancone del bar sorseggiando un mojito. Al millesimo articolo sullo stress ci si dimentica che esiste lo stress.

Federica Pellegrini ancora in acqua e ancora bene, nella semifinale della staffetta mista uomini-donne, ovviamente come ultima frazionista. Le staffette miste sono molto coinvolgenti, al punto che le proporremmo anche per singolo stile: danno l’idea della forza di un movimento, che non sempre è data dalla presenza di fenomeni.

Finalmente l’atletica, anche se purtroppo significa che l’Olimpiade sta per arrivare a metà del suo percorso. Ma piangeremo fra dieci giorni. Non crediamo che Gianmarco Tamberi sia da medaglia, anche se lo speriamo visto che senza quell’inutile salto a Monte Carlo la medaglia l’avrebbe messa al collo già a Rio: comunque uno dei pochi personaggi della nostra atletica, uno dei troppi allenati dai genitori (ma non  è un problema, se come nel suo caso il genitore ne capisce), va in pedana stanotte alle 2.15: essere outsider senza pressione, in questi Giochi in cui la pressione è diventata la madre di tutte le scuse, può fargli bene. Medaglie per l’Italia? Dopo le zero di Rio firmeremmo per il bronzo della Palmisano, invocando il dio dei cambi per la 4×100.

Una delle nostre gare di culto, a prescindere dalla presenza di italiani, sono i 10000 ormai cannibalizzati dalle gare su strada, che vista la scarsità di partecipanti non propongono batterie ormai da vent’anni, quando a Sydney se ne corsero due. Quella di domani alle nostre 13.30 sarà quindi la solita finale diretta, dove ci sono l’ingiocabile Cheptegei, primatista mondiale e voglioso di doppietta con i 5000, l’emergentissimo connazionale (ugandese) Kiplimo, etiopi forti ma non fenomenali, keniani fra i quali l’unico ambizioso pare il ripescato Rhonex Kipruto. Non è fanta-atletica pensare che Yeman Crippa dopo i suoi primati italiani possa confermare o migliorare di poco l’ottavo posto del Mondiale di Doha, anche se le logiche della categoria ‘altri’ dipendono dal tipo di gara. Giocarsi la vita, alla Panetta, o galleggiare raccogliendo i morti? Impossibile nel 2021 vedere un altro Billy Mills. In preparazione riguardarsi Running brave.

Medaglie italiane di oggi. Oro per Valentina Rodini (Fiamme Gialle) e Federica Cesarini (Fiamme Oro) nel canottaggio, doppio pesi leggeri. Argento per Gregorio Paltrinieri, Fiamme Oro, negli 800 stile libero. Bronzo per l’Italia femminile nel fioretto a squadre: Arianna Errigo (Carabinieri), Alice Volpi (Fiamme Oro), Martina Batini (Forestale) ed Erica Cipressa (Fiamme Oro). Bronzo per Stefano Oppo (Carabinieri) e Pietro Ruta (Fiamme Oro) nel canottaggio, doppio pesi leggeri. Finora 19 medaglie, un buon bilancio parziale considerando anche le tante occasioni perse: solo a fine Giochi si potrà distinguere fra 100 metri e corsa nei sacchi.

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