Giochi Olimpici
Tokyo 2020, la Giorgi vale oro
Stefano Olivari 27/07/2021
Camila Giorgi può vincere l’oro olimpico, così come perdere malamente con la Svitolina nei quarti. Ma dopo la terza partita consecutiva condotta in scioltezza, e questa contro la numero 7 del mondo (la Brady comunque era 11 e la Vesnina una ex forte), si può almeno sognare. Fra l’altro la presenza a bordocampo della Garbin invece che del padre, sarà stato un caso, l’ha anche fatta giocare con la testa visto come ha martellato in posizione centrale il diritto della Pliskova, rigida come non mai, che le ha regalato parecchi punti insieme al proprio servizio, davvero sicuro e continuo.
Dalla sua parte del tabellone è sparita anche la Osaka, deludendo noi che abbiamo buttato via 100 euro e gettando nella disperazione l’intero Giappone. Incredibile come non abbia fatto niente di giusto contro la Vondrousova, intelligente mancina che l’ha inchiodata ad una diagonale nadaliana ma la cui palla è molto ma molto più lenta di quella della Osaka. Per chi scrive di tennis la tentazione di fare gli psicologi della mutua (ASL per i più giovani) è troppo forte, certo è che anche un fenomeno come la Osaka, già vincitrice di 4 prove dello Slam sul cemento, è sembrata schiacciata dalla pressione.
Domani quindi quarti di finale femminili, quattro partite equilibratissime al di là delle quote, ma noi dobbiamo fare un titolo ed ovviamente lo facciamo sulla Giorgi, il cui 2,01 contro la Svitolina è invitante. L’ucraina numero 6 del mondo è sulla carta una candidata all’oro più credibile di Camila (anzi, diremmo che è la principale candidata all’oro fra le 8 rimaste), oltre che brava sul cemento, ma il suo stile di gioco, sostanzialmente difensivo e con pochi rischi presi, sembra l’ideale per esaltare una Giorgi on fire. 50 euro quindi sull’italiana, pronta a tornare italo-argentina in caso di sconfitta. Negli ottavi maschili aria di sorpresa fra Humbert e Tsitsipas, mentre tutto purtroppo sembra scontato fra Medvedev e Fognini: comunque ci asteniamo, per noi solo Camila.