Senza Ibrahimovic solo fallimenti

9 Marzo 2012 di Libeccio

di Libeccio
La Juventus si trova ad un momento fondamentale per le sue prospettive, non casualmente alcuni toni esasperati dei suoi massimi dirigenti (Marotta e Conte soprattutto) hanno palesato uno stato d’animo che si presta a varie interpretazioni. Inutile dire che solo con lo scudetto la Juve recupererebbe per intero la sua dimensione di grande club, secondo il discutibile ma purtroppo diffuso assioma che di quelle solite tre squadre le due che non vincono lo scudetto hanno fallito.
Non raggiungere l’obbiettivo quest’anno, dopo che Conte è sembrato non solo a tratti capace di convincere anche i più scettici, darebbe agli Agnelli un dispiacere superiore a quello generato dalle stagione di Del Neri e da quella di Ferrara-Zaccheroni con Lippi aleggiante ma rimasto poi astutamente a casa sua. Il problema adesso è quello dei tantissimi pareggi (con il Bologna il tredicesimo), l’imbattibilità senza scudetto sarebbe una magra soddisfazione statistica: la Juventus non è il Perugia 1978-79. Magari a Genova il treno bianconero ripartirà, ma guardando al presente si può notare una stanchezza notevole (Pirlo e Marchisio su tutti, ma anche sulla fasce il gioco si è inceppato) che porta a una considerazione scontata ma non per questo meno vera: la Juventus da corsa sta palesando proprio nella sua eccessiva muscolarità il suo limite. Non ha un Ibrahimovic che risolva le partite sbagliate, ma ‘solo’ Vucinic. E non è colpa di Conte, idolatrato fino a poche settimane fa, ma di una rosa che per somma di valori individuali è inferiore a quella del Milan. Insomma, per un osservatore uzbeko o messicano non ci sarebbe alcuno scandalo nell’arrivare secondi. Quale scenario, dunque, se la Juve dovesse incepparsi del tutto e perdere il confronto oramai diretto ed esclusivo con il Milan? Proprio nell’anno in cui l’Inter, la vera avversaria di Calciopoli (non poteva essere certo il Milan), è uscita di scena… Lo scenario non è dei migliori, in quanto si tratterebbe dell’ennesimo fallimento del dopo Calciopoli. La differenza in Italia continua a farla la maglia vestita da Ibrahimovic, chi nel 2010 non ha sfruttato il momento del Barcellona (e non ci riferiamo solo alla Juventus) deve mangiarsi non solo le mani.
Libeccio, 9 marzo 2012

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