Roland Garros, i puristi dell’ultimo Slam senza tetto

1 Giugno 2016 di Stefano Olivari

Un giorno di pioggia quasi fissa è per il Roland Garros una tragedia finanziaria perché entro l’ora di gioco il rimborso dei biglietti è totale, per non parlare dei forti ‘sconti’ già previsti nei contratti televisivi in caso di maltempo. Due giorni consecutivi di pioggia sono, banalmente, una doppia tragedia, per un torneo che con quasi 500 milioni di euro di giro d’affari (fatturato più indotto direttamente riferibile) tiene a galla di fatto l’intero sistema tennis in Francia così come Wimbledon fa lo stesso per la Gran Bretagna. Parliamo di soldi anche perché quest’anno gli incassi degli Internazionali di Francia sono leggermente diminuiti del rispetto al 2015, impedendo così quei bollettini della vittoria che arrivano in occasione di ogni torneo. Dal 2016, fra l’altro, il Roland Garros è rimasto l’unico dei quattro tornei del Grand Slam a non avere nemmeno un campo dove si possa giocare al coperto grazie al tetto retrattile: da quest’anno infatti anche gli U.S. Open potranno garantire sull’Arthur Ashe Stadium una diretta televisiva assicurata di giorno e soprattutto nelle sempre molto produttive sessioni serali, che in Europa sono quasi un tabù culturale anche nei luoghi dove esistono. Continua sul Guerin Sportivo.

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