Prendere sardine

6 Maggio 2009 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni
1. Tuffarsi nel mare per andare a prendere sardine. Meglio che restare seduti ad aspettare risultati che sembrano già scritti. Leggi le intercettazioni dei giudici di Reggio Calabria, ascolti quello che già sapevi, sulle spiritosaggini di arbitri pilotati, di commissari alla ricerca della nota spese taroccata, sul piccolo mondo che è sempre stato così, dalla promozione ai massimi campionati, e ti viene male. Una puzza di rancido. Non ci si fida più di nessuno, persino quando guardi partite di cui non ti può interessare di meno. Certo se vedi la giocatrice più brava, in trasferta, martellata ai fianchi, allora cominci a chiederti: ma sarà tutto vero, o qualcuno deve fare un favore a qualche altro? Non è questione di sudditanza, è tutto un altro discorso. Allora, direte voi, hanno ragione gli ululanti di bordo campo, hanno ragione quelli che sospettano di tutto e di tutti, perché se nel calcio gli arbitri venivano pilotati via telefonino non è difficile pensare che accada anche in altri sport. Ma come, anche voi credete alla rabbia di quell’arbitro che ha denunciato tutti soltanto perché lo avevano bocciato?
2. Eccoci davanti alla neve d’agosto. Il campionato chiude: quattro giorni di sofferenza, due partite, eppure la testa è altrove. Una gran paura di sentire crollare il muro maestro. Certo che li hanno già sospesi i “ colpevoli”, certo che non tutti hanno messo le ginocchia dove volevano i grandi capi, quelli che chiedono autonomia, ma intanto c’è questa atmosfera balorda che fa svenire dopo l’esaltazione di una finale di eurolega dove Obradovic e Messina hanno di mostrato che gli allenatori contano davvero, non credete a chi minimizza, ai campioni che vi dicono che sarebbero bravi a prescindere perché ci sono mille casi in cui i campioni sono diventati eccellenti golfisti, ma non indimenticabili bandiere, dopo il profumo delle giornate berlinesi dove, non sembra un caso, gli arbitri italiani sono stati tenuti oltre il muro. Puniti per incapacità? Ma come, qui dicono che sono i migliori. Chi perde ha le scuse pronte, chi vince non si sente tutelato.
3. Bella atmosfera e scoprire che SKY, domani sera, non farà la “ diretta salvezza”, collegandosi con i campi delle squadre che sbattono le ali davanti alla lampada, mette in movimento l’armata nascosta di quelli che non hanno mai creduto ad un risultato. Si dice che siano stati proprio gli arbitri a non volere le telecamere dove ci sarà comunque tensione. Uno si domanda il perché di una richiesta del genere, ma le risposte diventano inquietanti.
4. La stessa cosa potrebbero dire i tifosi di Pesaro e Cantù che domani sera si guarderanno in faccia perché chi perde al Pianella andrà poi in giudizio davanti alla gente e la Scavolini non può pretendere che la curva sia meno eccitata soltanto perché sulla loro panchina c’è il loro caro amico Pino Sacripanti che, probabilmente, si gioca anche il posto pur avendo un contratto di protezione. Cantù e Pesaro con le promesse dei cresimandi: la NGC ha bisogno di 2 punti per essere sul treno che andrà nel Tibet dei canestri, Pesaro sogna questa vittoria e poi l’affondo su Biella nell’ultimo turno per entrare nel gioco grande e non andare invece sulla spiaggia piccola dei delusi dove già rosoleranno quelle che domani mancheranno il colpo salvezza in un finale che era parso irregolare per le fughe da Rieti e che ora diventa comico con le liquidazione di Udine che all’ultima giornata, guarda caso, ospiterà proprio la Solsonica del Lino Lardo che diventa l’allenatore più richiesto ora che molte panchine traballano perché un buon allenatore aiuta, uno cattivo ti manda a fondo. Meglio cercare sardine e pane fresco, ma con l’aria che tira ti domanderai se nel pane ci mettono davvero la farina, se nel mare è tutto sano o se quei pesci sapranno di plastica. Dilemma di questo secolo di grande infedeltà.
Oscar Eleni
(per gentile concessione dell’autore)

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