Piccolo è brutto

17 Luglio 2007 di Stefano Olivari

1. Qualche mese fa la notizia dell’assegnazione degli Europei 2012 alla coppia Polonia/Ucraina, le lacrime della Melandri, l’accusa dell’ennesimo complotto “demoplutogiudaicomassonico” – chissà poi perchè sempre a danno dell’Italia – ci hanno fatto pensare al 2012 come alla data della prossima competizione continentale e forse dimenticare che fra meno di un anno saranno i verdi campi di Austria e Svizzera ad ospitare il torneo intitolato ad Henry Delaunay. Alcune riviste internazionali che, spiace dirlo, molte volte sono meno “tifose” e hanno una visione più eurocentrica di quelle di casa nostra, hanno sollevato un problema che toccherà nei prossimi mesi tutte le tifoserie del Continente. Ad esempio Keir Radnedge sulla prestigiosa rivista “World Soccer” ha lanciato l’allarme sul fatto che ben pochi tifosi potranno assistere dal vivo alle partite di Euro 2008. Infatti il 31 marzo scorso è finita la possibilità di partecipare a un’estrazione sul sito della Uefa che metteva in vendita 350.000 biglietti. Ebbene le persone che si sono registrate sono state ben 10 milioni, un numero quasi superiore alle richieste avute dalla Fifa per la scorsa Coppa del Mondo. Ne verranno messi in vendita ancora, almeno quelli per l’iniziativa “Segui la tua squadra”, ma solo quando alla fine di novembre si avrà il quadro esatto dei partecipanti alla competizione. Ora il problema può non essere pressante per i tifosi italiani – che solitamente non seguono in massa la Nazionale, anche se la vicinanza con Svizzera e Austria avrebbe favorito probabilmente un buon esodo -, ma per nazioni come Inghilterra, Germania, Olanda l’eventualità di vedersi assegnato uno stock di 6000 biglietti a partita è effettivamente allarmante.
2. D’altra parte lo stadio più grande che ospiterà gli Europei sarà l’Ernst Happel Stadium (meglio conosciuto come Prater) con 50.000 spettatori , seguito dal St Jakob di Basilea con 40.000. Gli stadi di Berna, Zurigo, Ginevra, Innsbruck, Klagenfurt e Salisburgo non superano le 30.000 unità, così che i conti sono presto fatti. La politica Uefa dello “Small is beautiful” è sicuramente lodevole e il fatto di giocare in Paesi come Svizzera e Austria sicuramente ridà al calcio una dimensione più umana. Il rovescio della medaglia è però avere sempre meno tifosi alla stadio e spingerli a seguire il gioco comodamente seduti davanti alla tv. Tralasciamo poi tutti i discorsi riguardanti i biglietti che l’Uefa destina agli sponsor, che a loro volta li rigirano a “clienti” che con il gioco del calcio il più delle volte hanno ben poco a che fare. La tv, dicevamo. Come sarà probabilmente anche per Sudafrica 2010 – problemi logistici, lontananza dall’Europa, pericolosità di un Paese che sta sprofondando in una situazione di “semi-anarchia” – queste manifestazioni rischiano di diventare sempre più avvenimenti da seguire solo attraverso il telecomando e non dal vivo, perdendosi così anche tutto il contorno, dagli incontri pacifici con gli altri tifosi, ai cori, colori e al clima di festa in generale che solitamente si respira durante un Mondiale o un Europeo. Ma quello del calcio come fenomeno quasi esclusivamente solo televisivo è un problema o non-problema- dipende dai punti di vista- che si trascina da anni.
3. Michel Platini, che ha basato tutta la sua campagna elettorale alla Presidenza Uefa sulla volontà di favorire le piccole realtà calcistiche – giustissimo tra l’altro che Paesi come Cipro, Slovacchia o Bielorussia possano riavere la Champions League – si è chiamato fuori. Infatti la decisione di assegnare gli Europei 2008 alle due nazioni d’oltralpe è stata presa dal sua predecessore Johansson. Il gioco dello scaricabarile – che in Italia è il vero sport nazionale, altro che calcio – pare che all’Uefa vada ancora molto di moda.

Luca Ferrato

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