Cosa rimane delle Super Finals 2024

8 Maggio 2024 di Alberto Rapuzzi

Il tempo ci scappa via veloce e chiude le porte della stagione europea dei club di volley, con le finali di Coppa dei Campioni, per una volta ci piace chiamarla così, maschile e femminile, disputate domenica scorsa ad Antalya, la Rimini turca, davanti a 9.000 spettatori nonostante l’assenza di squadre locali. Invertito il programma abituale si parte coi ragazzi, ennesima finale italo-polacca tra la nostra gloriosa Itas Trentino e i recenti campioni di Polonia dello Jastrzebski Wegel, lo scorso anno sconfitti dai loro connazionali dello Zaska. Non c’è stata partita, i nostri (…) hanno dominato dall’inizio alla fine (3-0), grazie a una battuta forzata ma precisa e a un grande sistema di difesa. Mvp il fenomeno Michieletto supportato da tutti i compagni, soprattutto da Lavia e Sbertoli reduci da infortunio (positivo per la Nazionale). Podrascanin, il leader storico, al quarto tentativo è riuscito vivere per la prima volta questa conquista, peccato vada via.

A Trento sono serviti tredici anni per volare così alto, dopo averlo fatto tre volte in precedenza. Reduce da un campionato deludente, anche sfortunato, dopo aver perso la guida sicura di Angelo Lorenzetti (campione d’Italia a Perugia) sostituito da Fabio Soli, ha certamente salvato la stagione. Comunque la solidità e la serietà della società garantiscono un futuro vincente, i tramonti rosa non finiranno. Per i favoriti polacchi un’altra delusione europea, nonostante la presenza delle stelle francesi Toniutti, Patry, Fournier, e di un allenatore prestigioso come Mendes, in ogni modo il loro movimento rimane importante e certamente noi abbiamo molte cose  da imparare, soprattutto per quello che riguarda strutture e visibilità.

A seguire si è disputata la finale femminile, tra l’Antonio Carraro Imoco di Conegliano e il Vero Volley Allianz Milano, che dopo la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana si sono ancora una volta ritrovate. La spunta al tie break Conegliano, in una partita dove le nostre squadre non hanno espresso il loro miglior gioco. Alti e bassi, molti gli errori, però alla fine le venete hanno affrontato il quinto set in maniera decisa mantenendo un muro invalicabile, con Plummer protagonista mentre in un mondo alla rovescia incredibilmente abbiamo avuto Haak a zero (però implacabile nel corso della partita) ed Egonu un punto.

È la seconda Champions (ecco, abbiamo detto Champions) per l’Imoco, gli aggettivi per descrivere questa storia meravigliosa li abbiamo finiti nel precedente pezzo dedicato allo scudetto, i numeri dei trofei sono da capogiro un esempio di gestione non solo per il volley. Tra lacrime ed emozioni forti si chiude però un ciclo: ci saranno saluti importanti per quella che è una grande famiglia, l’immensa Robinson torna negli Usa nella loro nuova lega insieme a Gennari, Plummer è diretta all’Eczacibasi in Turchia, mentre Robin De Kruijf si ritira dopo 8 anni consecutivi di successi, una bandiera vera, nessuna ha marcato tanti punti come lei nella storia della squadra. Coach Santarelli perde il suo storico vice (7 anni insieme) Valerio Lionetti, che inizia un percorso da capo allenatore in A2 a Macerata, affermando che sarà difficile salutarlo: questo spiega molto bene il cemento che ha unito questo gruppo, aspettando gli arrivi di Gaby e Zhu, cercando di rimanere al vertice anche se non potrà vincere sempre.

Il giudizio su Milano era rimasto sospeso in attesa di questo ultimo treno. Non può che essere negativo, non in assoluto perché stiamo comunque parlando di una finale di Champions ma in relazione agli investimenti fatti in sede di mercato, primo fra tutti Paola Egonu. Tre finali perse, fuori dalla corsa scudetto in semifinale con Scandicci subendo due pesanti 3-0. Un modo di perdere, prima ancora dei risultati, che spinge a riflettere su cosa sia mancato per vincere qualcosa, ricordando però che già ad inizio stagione tante erano le perplessità sugli acquisti di bande deficitarie in ricezione (Bajema e Daalderop) mentre Cazaute spesso era in panchina. E si conoscono i limiti di Sylla, mentre Orro in difficoltà sovraccaricava e sfiniva di palloni il suo opposto. Coach Gaspari, sostenuto nella sua carriera da un papà importante nel mondo arbitrale, sembra non essere in grado di scalare vette di una certa altezza. Iniziare la finale con Daalderop titolare, una in panchina da due anni (uno al Vakif l’anno scorso) chiude qualsiasi discorso, lui che tra l’altro è stato il primo allenatore di Conegliano nel 2012 a lasciare solo macerie.

La stella di Paola Egonu non ha brillato come si sperava, lei che le finali la ha fatte vincere a tutti i club dove ha giocato. Alla sua quinta è stata al di sotto delle sue capacità, preoccupando anche in ottica Nazionale, con una Antropova affamata alle spalle. Stranamente da Guidetti al Vakifbank è durata un anno, in senso tecnico sembra che il suo percorso di crescita si sia un po’ fermato. Crediamo però che con Velasco sarà tutta un’altra cosa, Allenata in un certo modo può ritrovarsi, dipende tutto da lei. L’occasione olimpica, supportata dalla squadra e dalla salute, non può sbagliarla.

È stato per Milano anche l’anno del trasferimento da Monza, rinnegando i natali pur continuando ad allenarsi in Brianza, riempiendo il Palalido in tutti i modi possibili, attraverso prezzi stracciati negli ultimi giorni (5 euro) senza farsi troppi scrupoli con i suoi tifosi e gli abbonati. A livello mediatico al volley questa operazione non ha portato benefici, basti pensare che le Super Finals sono passate solo su Dazn (nonostante i bagher di Giorgia) e i giornali hanno trattato l’evento senza concedere lo spazio che meritava, ma questo è successo anche nel corso del campionato. Non sapendo quanto lo sponsor Allianz abbia contribuito,si può dire che forse era meglio restare a Monza. Nella grande città è complicato crearsi spazio e tornare indietro non sempre è possibile.

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