Notte da novemila

3 Giugno 2009 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni
1. Rotativa Eleni per i play off che non si fermano mai. Questa volta il martedì è milanese, con 9000 spettatori al Forum e il ritorno in tribuna di Giorgio Armani che ha passato un periodo difficile per colpa del fegato. Olimpia con una buona strategia difensiva, in questo il Bucchi è abbastanza bravo, ma bisogna dire che il Bechi, dall’altra parte, è bravissimo a mascherare la vocazione individuale e suicida dei Gist, dei Gaines, per farli partecipare alla vita di squadra dove vedi i progressi nati dal lavoro: Aradori fa qualcosa in più rispetto al ciapa e tira, Jerebko cresce e di certo nella NBA ci finirà prima lui di altri che sognano, ma non hanno la testa per volare ed usare il paracadute. Brunner è tosto e Smith fino a quando ha ossigeno è un bel pilota.
2. Milano senza forza a rimbalzo ma Taylor è un ippo ballerino con tecnica, Biella senza forza alla fine, ma è interessante il lavoro di Talamanca, un preparatore atletico cresciuto con la protezione del professor Gaudino, l’uomo per tutte le stagioni del grande sport, Nazionale, di calcio e di atletica, Inter, prima Juventus, anche se lui negherebbe tutto, anche di esserci stato come gli avevano insegnato quando provava a recuperare Bettega: lavorare duro, ma nascondersi, fingere di non essere passato per caso su quei campi dove era obbligatorio piangere e sudare.
3. Dicevamo dell’Armani che in attacco non ci piace, non ci emoziona, ma Bucchi è sempre stato così, un grande diesel, senza voglia di sgommare, certo dalla sua panchina escono facce tristi e questa è la sua colpa, non li ha coinvolti, peggio, non li ha convinti che la gerarchia interna è giusta, ponderata. Errore che si può rimediare dopo un anno per conoscersi, ma non ne siamo sicuri.
4. Fra Salsomaggiore, finali under 19, poca roba da serie A dicono gli esperti, Bologna, amichevole simil Italia e selezione Giba dove giocherà anche Saturnino Niccolai, ridere o piangere, meglio festeggiare, parterre di Milano, si vede e si sente di tutto. Rivisto un Sabatini sorridente, ma forse è un inganno e non ascoltiamo le voci di chi pensa ancora che gli allenatori vanno pagati poco e per questo si è separato da Boniciolli. Possibile che i dirigenti siano ancora così impreparati da voler costruire le squadre risparmiando nel settore tecnico, quando invece la base della casa deve essere affidata ad un ingegnere che sappia dirigere il personale e dialogare con l’architetto in campo senza farsi ridere dietro perché a lui danno uno stipendio inferiore a quello degli operai.
5. Sentita al Forum anche l’imprecazione di chi sosteneva le schiene dritte quando il livello del gioco è calato: “Sai perché? Hanno messo dentro più italiani”. Attenti a non farsi del male.
6. Chiusura poetica su una telefonata da Istanbul dove Boscia ricorda Korac a 40 anni dalla morte, ricorda Menichelli, il suo presidentone Maggiò, ricorda tutto, ricorda e non vuole dimenticare amici, storie belle, storie di cattiveria, anche se quando lo mandarono via da Milano fummo tutti colpevoli e lui fa bene a dire che da quel giorno “zero tituli, zero scudetti”. Sentire Boscia Tanjevic che si appresta allo scontro impari con Ataman e la ricchezza dell’Efes ci dà sollievo. Con lui impari sempre qualcosa e su Korac fu straordinario nei giorni in cui si camminava sulle antiche mura di Belgrado ascoltando le più belle storie della cosciarka (non si scrive così, ma si pronuncia così, forse), dello sport, della vita quando i re erano davvero re.

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