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NBA Draft 2016, l’anno di Ben Simmons

Stefano Olivari 08/06/2016

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Sixers, Lakers, Celtics. Non stiamo recitando la solita filastrocca anni Ottanta, trattandosi delle tre squadre che hanno fatto innamorare l’Italia e l’Europa della pallacanestro NBA, ma l’ordine in cui fra due settimane si sceglierà il meglio del mondo universitario e di quello FIBA in un draft con molte più incognite del solito. Se Sixers e Lakers si sono in qualche modo guadagnate la loro posizione grazie a una stagione orrenda e in parte voluta, i Celtics sceglieranno per terzi in virtù della mega-operazione dell’estate 2013, che portò ai Brooklyn Nets grossi nomi al capolinea come Pierce, Garnett e Terry e a Boston giocatori di rango inferiore ma anche diverse scelte nei draft futuri, fra cui appunto questo. I Celtics allenati dal bravissimo Brad Stevens, che insieme a Billy Donovan sta facendo ricredere chi sostiene che troppo college prima della NBA faccia male anche ai tecnici, sono già una squadra più che buona: quinti a Est con lo stesso 48-34 di record degli Atlanta Hawks che li hanno eliminati al primo turno dei playoff, hanno tanto talento medio (Isaiah Thomas, Bradley, Crowder, Sullinger, Zeller, Turner, ci metteremmo anche Jerebko e Olynyk) ma nessun vero leader indiscutibile. Non è detto che questo sia un male, in ogni caso non vediamo in questo draft giocatori di grandissima cilindrata ma soltanto potenziali seconde e terze firme di una squadra da titolo. Di sicuro nessun centro potenzialmente dominante e poche di quelle ali forti (parliamo antico, ma è per capirsi) versatili, sognando Draymond Green, che sono indispensabili nel gioco di oggi. Per questo Ben Simmons, giocatore con grande potenziale e diversi limiti, nemmeno così esplosivo nonostante paragoni altisonanti (alcuni dicono proprio Green, altri addirittura LeBron James… a noi sembra manchi sia di strapotenza atletica che di tiro), è ritenuto un pezzo così pregiato… Continua sul Guerin Sportivo.

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