Milva e i suoi tanti dintorni

24 Aprile 2021 di Paolo Morati

Alexander Platz. Il nostro primo ricordo di Milva risale al 1982, un anno dal nostro punto di vista clamoroso e non solo per via della vittoria degli azzurri in Spagna. Canzone iconica, scritta da Franco Battiato, Giusto Pio e Alfredo Cohen, con una curiosità. Era già stata incisa dallo stesso Cohen nel 1979, con il titolo di Valery (al centro la storia di una transessuale invece che la Berlino ancora separata dal muro). Ripescata tre anni dopo per la rossa interprete, il brano diventò di fatto una hit europea. Sì, perché Milva era una vera star internazionale. La notizia della sua scomparsa è di fatto già stata diffusa da diversi siti stranieri, a cominciare dalla Germania dove fin dai primi anni Sessanta era riuscita posizionarsi non solo con le sue canzoni ma via via negli anni anche portando sul palco il repertorio di Bertold Brecht.

Noi però che siamo malati di quel mix tra tra pop, elettronica e canzone d’autore, non possiamo che ringraziarla per tre album fondamentali frutto proprio della collaborazione con Battiato. Il primo è proprio quello contenente Alexander Platz, intitolato Milva e dintorni. Un disco clamoroso aperto proprio dallo storico brano dall’incipit “e di colpo venne il mese di febbraio” e contenente altre tracce iconiche come L’aeroplano e Le donne. Sette anni dopo esce Svegliando l’amante che dorme, lanciato da Una storia inventata, anch’essa un ripescaggio (anzi doppio) questa volta dal repertorio dello stesso Battiato (con lo pseudonimo di Astra) e poi Catherine Spaak (testo e titoli diversi, Canterai se canterò). A riprova che una canzone può essere reinventata più volte, cambiando le sue sorti grazie a un suono, una storia, una voce diversi. Infine nel 2010 l’ultimo progetto di Milva, Non conosco nessun Patrizio, composto da cover del repertorio di Franco Battiato compresa la profondissima Io chi sono?, se possibile resa ancora più emozionante rispetto all’originale, quando dichiara: “Però in una stanza vuota la luce si unisce allo spazio. Sono una cosa sola, inseparabili”.

Poi in decenni di carriera, innumerevoli i progetti, non solo discografici. Dal teatro con Giorgio Strehler ai tour in Giappone fino alle collaborazioni con Mikis Theodorakis, Vangelis, Ennio Morricone e, da citare, nel 2004 un disco basato sulle poesie di Alda Merini con musiche di Giovanni Nuti (Sono nata il 21 a primavera). Grande artista, con un repertorio variegato e senza la paura di rischiare (dalla canzoncina estiva come Marinero al repertorio più sofisticato), ma anche oggetto di discussioni sul fatto se sia (stata) o meno più grande (o perlomeno più completa) di altre in Italia. A cominciare da Mina.   

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