Milan, Gigio Donnarumma il migliore del mondo

Per i media la discussione sul futuro del portiere rossonero parte da un presupposto a dir poco strampalato...

28 Aprile 2021 di Dominique Antognoni

Gigio Donnarumma è il miglior portiere al mondo. Firmato: i media italiani, perché all’estero mica pensano a lui in quanto tale, visto che nessun grande club sta cercando un portiere e l’abilità di Raiola è proprio quella di far credere il contrario. Però qui nessuno vuole perdere l’occasione di dirlo con pittoresca enfasi: Donnarumma è il miglior portiere del mondo. Guardando le trasmissioni hai la sensazione che temano di non averlo urlato e ripetuto abbastanza volte. Come se avessero paura di non essere stati sentiti dai diretti interessati: non sia mai che ti rifiutassero il cinque alto o un saluto da finto amico. Non dico la verità, nemmeno la mia verità? Chi se ne importa.

D’altronde secondo lo stesso principio (ne parlo bene e un domani verrò ripagato) tutti gli italiani sono i migliori al mondo. Lo è Conte, lo è Barella, lo è Koulibaly (non è italiano ma gioca nel Napoli, fosse nel Manchester United direbbero che è sopravvalutato, riderebbero di chi dice che vale 100 milioni) e pazienza se nelle fasi che contano della Champions mancano le squadre italiane. E poi quali sarebbero i criteri? Perché Neuer, Ederson, Courtois, Oblak sarebbero da meno di Donnarumma?

Chiedersi del perché uno ci tenga così tanto a mentire è un esercizio inutile, tanto si va avanti così, se non esageri non ti invitano più, perdi il posto e arriva uno che esagera il doppio. L’amor proprio, l’orgoglio? Figuriamoci. È bello, nel senso di sadico, osservare questo atteggiamento, guardi distaccato e immagini cosa si pensa a casa. Come minimo “Fate pena”. A nessuno viene in mente di mantenere un po’ di dignità professionale, e qui il portiere del Milan c’entra poco, perché potremmo fare mille altri esempi.

Qualche tempo addietro avevamo ricordato un sondaggio nei primi anni duemila. In una nota trasmissione tv invitarono Toldo. Si chiese ai telespettatori chi avrebbero preferito fra i pali della Nazionale. Finì 90 a 10 per Buffon. Solo che il procuratore di Toldo si stizzì, sostenendo che non fosse carina una situazione del genere. Cioè dire la verità. In fin dei conti aveva ragione lui: avete mentito per anni e proprio con il mio assistito vi siete scoperti giornalisti. Cambiarono il risultato in 55 a 45, per accontentare l’agente. Il guaio è che a tutti va bene così, sempre.

Abbiamo fatto tutta la divagazione per arrivare al punto, sempre legato a Donnarumma. Da mesi si scrive che converrebbe a tutti se lui restasse al Milan. A tutti chi? Dicono: può diventare il simbolo del Milan. La bandiera. Nientemeno. Difatti si stracciano le vesti gli editorialisti e gli opinionisti, non lui. Al ragazzo pare non interessi tanto, sta zitto e manda avanti Raiola a fare la parte del cattivo. Oppure si dovrebbe adeguare e piegarsi alle parole di alcuni, che poi sono gli stessi dei sondaggi manomessi e delle frasi pompose tot al chilo?

Cos’ha Donnarumma di guadagnare, sportivamente, se resta? Nulla, anche se il Milan dovesse qualificarsi per la Champions. Economicamente? Nulla. Ci avete fatto caso? De Ligt, per fare un esempio, ha scelto la Juve per la storia e per la forza del club, fosse andato altrove per la stessa somma sarebbe stato per l’avidità. L’avidità vale solo quando si sceglie altrove. Per il resto si tirano fuori dal cassetto cose come il blasone e la storia. Questa storia del Milan club fra i più importanti al mondo è ormai una solfa ripetuta senza tanto senso. Sette anni senza Champions non sono uno scherzo, è uno scherzo invece il ritornello “L’Europa è l’habitat naturale dei rossoneri”. Ma davvero? In base a cosa? Ah, la storia, dicono.

Oggi tutti guardano al Psg e al City, nessuno ricorda più il Milan. Piaccia oppure no, la vita va avanti, il blasone sì, ma i soldi possono mille volte tanto. Quando il Milan tornerà ad avere i Van Basten e gli Shevchenko della loro epoca tornerà un grande club, non diciamo niente di strano. Donnarumma pare più intenzionato a giocare in un club che gli assicuri quarti di finale di Champions e simili, più soldi, più visibilità nel mondo. Non significa che ci riesca, anzi è possibile che rimanga al Milan.

Se però è il migliore al mondo, come dicono, a quel punto si merita il meglio. Per cui decidetevi. Se è il migliore ha il diritto di giocare nelle squadre migliori. E il Milan, con tanto di rispetto per i tempi di Ancelotti e Kakà, Baresi e Inzaghi, non lo è da anni. E non lo sarà, nonostante i media lo vogliano in una dimensione che non esiste nella realtà. Non stiamo parlando dei tifosi, anche quelli del Foggia pensano che il Foggia sia il club più importante del mondo, ma di chi si chiede come mai i media abbiano perso credibilità.

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