L’ossessione di Houllier

16 Dicembre 2020 di Stefano Olivari

Gerard Houllier è stato un ottimo allenatore, uno che fatto bene in tanti contesti diversi: vincitore di campionati francesi con Lione e PSG, che non era quello di oggi pur essendo già squadra di potere, rifondatore del Liverpool intorno a Michael Owen, con cui fra le altre cose vinse la Coppa UEFA 2000-2001, bravo anche con la federazione francese dove come direttore tecnico lanciò la generazione dei Trezeguet e degli Henry. Però… però adesso che è morto, per un problema cardiaco annunciato da molti anni, nella nostra mente pop Houllier sarà per sempre l’allenatore della più incredibile mancata qualificazione ad un Mondiale di una grande nazionale, ci riferiamo ovviamente alla Francia e a USA ’94.

Prima di arrivare ai gol di Kostadinov diciamo che Houllier era stato la reale guida tecnica anche in occasione delle qualificazioni per Italia ’90 e dell’Europeo 1992, quando formalmente l’allenatore era Michel Platini. Houllier ne fu al tempo stesso il vice ed il superiore di grado, in quanto direttore tecnico della FFF, e nella corsa al Mondiale italiano il tandem con la squadra di Papin e Cantona arrivò nel girone dietro alla grande Jugoslavia dell’epoca, fra Stojkovic e Savicevic, ma anche alla Scozia. Dopo lo sfortunato Europeo 1992, comunque raggiunto quando a qualificarsi erano in 7 più la nazionale ospitante, Platini salutò e Houllier divenne il commissario tecnico in ogni senso. Iniziò benissimo le qualificazioni a USA ’94, ma perse all’ultimo secondo le ultime due partite, contro Israele già eliminato e soprattutto contro la Bulgaria, che infatti andò negli Stati Uniti insieme alla Svezia, fra l’altro arrivando entrambe alle semifinali.

Tutti ricordano la celebre partita del 17 novembre 1993 al Parco dei Principi, quando al gol di Cantona rispose la doppietta di Kostadinov. Il secondo gol del bulgaro sarebbe diventato un’ossessione per Houllier, molto oltre il pur devastante fatto sportivo. Un gol di cui avrebbe incolpato per l’eternità David Ginola, che lui non amava ma che mise in campo a metà secondo tempo, sull’1-1, al posto di Papin, con l’obbiettivo di tenere palla. Il suggerimento gli era arrivato dal suo vice, Aimé Jacquet… Ginola in quel finale fece di tutto, tranne che perdere tempo, ma al 90′ si superò. Punizione per la Francia, quasi un calcio d’angolo, fra l’altro ben guadagnata da Ginola. Guerin (che ci ha sempre evocato la leggendaria Florence) toccò corto a Ginola, che invece di far morire palla e partita vicino alla bandierina fece un cross sballato, che finì quasi sull’altra fascia. Con 10 secondi ancora da giocare Kremenliev fece ripartire l’azione, con palla che finì a Penev: lancio perfetto per Kostadinov e destro da Mondiali sul recupero disperato di Blanc esattamente al 90′ e zero secondi. Mai vista una cosa del genere in una situazione così importante: nella pallacanestro si sarebbe parlato di ‘The Shot’.

Quella tragedia calcistica avrebbe avuto un epilogo in tribunale, molti anni dopo, in seguito alla critiche e anche agli insulti pesantissimi che Houllier aveva continuato a riversare su Ginola per quasi due decenni. Con un retroscena che poi non era un grande retroscena: quella nazionale, impostata sul Marsiglia e sui suoi simpatizzanti (Cantona su tutti), aveva ostracizzato Ginola, ritenuto (sintetizziamo) il fighetto del PSG, e lui voleva vendicarsi mettendo il suo marchio sulla qualificazione mondiale. Purtroppo per la Francia, lo mise sull’eliminazione prematura di una squadra che metteva in campo Desailly, Blanc, Deschamps e Cantona nel fiore degli anni.

 

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