Le vibrazioni di Guido d’Arezzo

2 Febbraio 2012 di Anna Laura

di Anna Laura
Nessuno può dire con certezza che stia accadendo. Dal 2011 strani suoni sono stati uditi in tutte le parti del mondo, suoni la cui natura rimane sconosciuta. Un tentativo del pianeta Terra di accordarsi su una nuova musica. Guido d’Arezzo ne sarebbe affascinato, noi invece abbiamo paura. Cosa sta accadendo? Accade che la Terra, ad ogni latitudine, emette questi suoni dal suo centro. E la sua attività sismica aumenta a dismisura. Onde di gravità che permeano gli strati geologici del pianeta fino a propagarsi nell’atmosfera al livello della ionosfera. Sarà la musica delle sfere di cui tanto si parlava nell’antichità? Su svariati siti web se ne parla, su You Tube ci sono filmati che forniscono registrazioni, basta sapere che il fenomeno è studiato e documentato. I complottisti, eccoli! Ma non è cosi: è quello che accade, nient’altro.
Dividersi su cose come queste è l’estremo tentativo che viene fatto per mantenere lo status quo. Vengono definiti “suoni dell’Apocalisse” dove il termine Apocalisse non è usato nel suo vero significato che è rivelazione. Cosa dovrebbero rivelare? Una verità assoluta che è stata negata, cancellata, ignorata da sempre dai più: tutto vive in questo universo e l’uomo deve vivere. Ma, direte voi, l’uomo già vive. No. L’uomo, come diceva Don Juan, è solo impegnato a lottare per morire. Io credo che abbia avuto ragione, lo constato ogni momento, lo sento nei discorsi della gente, nelle definizioni, nei giornali, ovunque. Udire queste frequenze può esaltarvi, o spaventarvi, ma dipende da voi.
Ripeto: Guido d’Arezzo, quello che inventò la musica come la conosciamo grazie al suo monocordo, ne sarebbe affascinato. Immagino che comincerebbe a verificare di che frequenza/e si tratti, non ponendosi minimamente il problema. La vibrazione è tutto, bestie! Solo la classe dirigente degli umani e buiona parte degli scienziati pensavano che il riscaldamento globale fosse causa dell’uomo, quando i dati Nasa spettrometrici rivelavano un riscaldamento in tutti i pianeti del sistema solare. Anche su Plutone, pensa.
Qualcosa è cambiato a livello galattico, qualcosa che ci obbliga nonostante tutto a ripensare all’universo, al ruolo che abbiamo come pubblico. Non siamo noi gli attori principali: siamo solo un pubblico, uno dei tanti. I nostri antenati, dai Sumeri ai Maya lo sapevano. E noi? Noi come tifosi allo stadio, come gli ultras delle curve, facciamo coreografie. Ma la partita la giocano i giocatori.

Anna Laura, 2 febbraio 2012

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