Lacrime per una certezza

2 Febbraio 2009 di Marco Lombardo

di Marco Lombardo

Il problema è che questa volta non sono lacrime di gioia ma è un pianto di resa. Roger Federer non ce la faceva neppure parlare alla fine e Rafael Nadal, trionfatore degli Open d’Australia, ha dovuto consolarlo: «Sono felice per me, ma sono triste per lui». Lo spagnolo ha battuto ancora il suo amico-nemico (il conto ora è di 13-6), vince il suo sesto titolo del Grande Slam e soprattutto impedisce a Federer di raggiungere Pete Sampras a quota 14. Un finale forse inatteso, visto che Nadal ai 5 set della semifinale contro Verdasco – in 5 ore e 14 minuti di gioco – ne aggiunge altri 5 cinque nella finale riuscendo alla fine anche a vincere. La partita, come quella di qualche mese fa a Wimbledon, entrerà negli annali del tennis per intensità, emozioni e bel gioco: alla fine dura quattro ore e 23 minuti e si risolve nel crollo di Roger che si blocca al 2-2 del quinto set. E così piange Federer durante la cerimonia di premiazione, senza riuscire a rispondere alle domande del cerimoniere. Il pubblico lo incita, ma il groppo in gola e le lacrime sonopiù forti di tutto. Tocca a Nadal, appunto, abbracciarlo e poi prendere il microfono per dirgli «ricordati che sei un grandissimo campione e sono sicuro che agguanterai e supererai Sampras. È sempre un piacere giocare con te». Il problema per lo svizzero è che questa volta il 7-5, 3-6,7-6, 3-6, 6-2 racconta di una partita bella, incerta e nella quale, soprattutto, Nadal non sembrava – almeno fino a un certo punto – il più forte. Federer insomma avrebbe potuto vincere e di occasioni ne ha avute molte, ma alla fine ha vinto Rafa. E il dubbio ora è che il fatto che lo spagnolo sia ormai l’indiscusso numero uno sia una certezza. Anche nella testa di Federer.
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it
(per gentile concessione dell’autore, fonte: Il Giornale.it)
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