Il popolo della Ryder Cup

4 Ottobre 2023 di Stefano Olivari

E anche la Ryder Cup ce la siamo tolti dai coglioni (semicit.). Stiamo per scrivere ciò che scriviamo sempre, quindi potete anche non andare avanti. Stiamo per scrivere che al di sotto del calcio, trainato dal tifo pro e contro in dimensioni significative, ma comunque basato su persone vere, in Italia pompare o meno uno sport è soltanto una questione di politica e sponsor. Poi ci sono i numeri: nonostante i media (in molti telegiornali è stato l’unico servizio di sport per giorni) domenica la giornata finale di Ryder Cup, quella teoricamente più emozionante, ha avuto su Rai 2, il secondo canale del telecomando, 294.000 spettatori, 3,2% di share.

Discorso che valeva per i vari Azzurra, Luna Rossa, Moro di Venezia, valeva per la nostra amata pallacanestro quando era di moda, valeva per il rugby quando sembrava che quelli che lo giocavano fossero gli unici veri sportivi, vale per il padel, la Formula 1, per quegli sport su chiamata dell’onorevole (biliardo, pallapugno, bocce, abbiamo visto l’impossibile), per tutto, a maggior ragione per uno sport come il golf che ha in Italia che ha meno di 100.000 tesserati che in gran parte, questa la peculiarità del golf, nemmeno sono tanto interessati a guardare il loro sport in televisione.

Insomma, mesi di retorica giornalistica sul terzo evento sportivo del pianeta dopo Mondiali di calcio e Olimpiadi (ovviamente è una stupidaggine, come quella dei 16 milioni di interessati alla Serie A di pallacanestro), 65 milioni di soldi pubblici per permettere a tassisti ed albergatori romani di inculare qualche migliaio di americani e regalare un campo nuovo di zecca alla famiglia Biagiotti. Su tutto un’invenzione geniale come il tifo per l’Europa che avrebbe dovuto coinvolgerci tutti. Ma chi è che tifa per l’Europa? Ma dai, nemmeno la Von der Leyen.

stefano@indiscreto.net

Share this article