Il petto di Kim Hughes

31 Maggio 2007 di Stefano Micolitti

Qualche settimana fa il direttore di Indiscreto mi ha confessato la sua dipendenza da NBA Broadband ed io ho fatto outing sulla mia insana passione per MLB.tv, con la quale mi intrattengo fino a notte fonda. Ed inevitabilmente il pensiero torna a quando tutto ebbe inizio, quando il virus dello sport americano si impadronì di noi, ai good old times così cari a noi cultori delle vecchie merendine e degli sceneggiati RAI, quando tra una Girella e “Dov’è Anna ?” o tra un Buondì al cioccolato ed una puntata di “Ritratto di donna velata” la nostra mente volava oltreoceano ad inseguire sogni straordinari, resi dalla nostra immaginazione più vivi e grandiosi di qualsiasi odierno highlight.
Ma come era nella Milano degli anni Settanta, nei lunghi anni pre Superbasket e pre Peterson, la vita di noi malati di basket made in Usa? Di noi 4 gatti, avamposto di un esercito che nei decenni seguenti avrebbe invaso il paese? Vi erano poche certezze, anzi pochissime…i Giganti del basket, mensilmente, dedicavano due o tre pagine al mondo USA con splendide foto spesso made in Sports Illustrated, il Guerin Sportivo regalava ogni tanto bellissimi servizi fotografici, sempre e solo con foto scattate al Madison Square Garden e tutto finiva lì, fatta eccezione per qualche paginetta su riviste meteora tipo Playbasket. Ovviamente tutto ciò non era sufficiente, poteva andare bene per l’appassionato qualunque ma non per noi, malati degli States…per noi la caccia era sempre aperta e durava 24 ore al giorno, bisognava sempre stare pronti perché il servizio di costume poteva apparire d’incanto anche sul quotidiano o sulla rivista che nulla aveva a che fare col basket, oppure persino in TV nella trasmissione più peregrina.
Herald Tribune e Daily American erano le prede quotidiane, fuori da scuola si correva fino all’edicola Fiorati in Piazzale Baracca dove avevamo licenza di consultazione a patto di qualche acquisto settimanale…le notizie arrivavano due giorni dopo e dovevamo accontentarci dei risultati con i due migliori marcatori per squadra ed occasionalmente una foto…foto articoli e risultati, ovunque fossero reperiti, venivano incollati e trascritti su appositi quadernoni (alla fine saranno 23, con migliaia di pagine e foto)…L’Herald più atteso era quello con il prewiev di inizio stagione, dove si apprendevano alcune delle trade avvenute durante l’estate e si commentavano a voce alta nel mezzo della piazza (“Wow…Ron Boone a Kansas City…cavoli, Larry Kenon a San Antonio!!!”).
Ossigeno veniva anche da Inside Sports, rivista intellettual-sportiva, e da Sports Magazine, mensili reperibili nei luoghi sacri (Fiorati e Algani in primis) oltre che dalla pubblicazione annuale della guida Street & Smith che veniva letteralmente imparata a memoria…ma i periodi di carestia erano lunghi e duri da vivere, in alcuni momenti si vacillava e si compivano gesti inconsulti tipo ritagliare da vecchi numeri dei Giganti, dal Guerino o da ogni dove, immagini di americani ex del nostro campionato e appena passati tra i pro: col risultato che tra i primi quadernoni ogni tanto vi sono pagine tristissime con foto di Kim Hughes in maglia Innocenti con scritto a penna sul petto “NETS”, o Steve Hawes con la scritta “HAWKS” e Tom McMillen “KNICKS”…era proprio in questi momenti che bisognava affinare il metodo ed intensificare la ricerca: “Il Monello”, “L’Intrepido”, “Time Magazine”, “Newsweek”, nulla sfuggiva al controllo e, quando si trovava qualcosa, la gioia era incontenibile…
In questo venivo assistito molto dalla mia straordinaria visione periferica da playmaker che mi permetteva di scandagliare intere pareti di riviste e libri in pochi secondi, individuando, nel caso ci fosse, materiale interessante: ricordo ancora una cattura, tra le riviste di musica e strumenti, di un numero di “Crawdaddy” individuato grazie ad uno spicchio di palla che spuntava tra le riviste sovrapposte, dentro vi era un servizio sul Doc con splendide foto in maglia Nets riprese dall’alto e mai più viste da nessun’altra parte…clamorosa anche l’individuazione di una guida 1977 formato tascabile col Doc in copertina, annegata da Algani in un’intera parete di romanzetti in inglese, ed un numero di Ebony, rivista cult rivolta alla minoranza di colore, con le foto di tutti i blacks al momento presenti nell’NBA. Quanti ricordi, forse troppi. E non abbiamo ancora tirato fuori i video…

Stefano Micolitti
smicoli@tin.it

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