Il nostro mondo alla rovescia

6 Settembre 2023 di Oscar Eleni

Oscar Eleni a colloquio con il destino, o dèstino come diceva sempre l’avvocato Porelli quando le cose non andavano come sognava e il suo meraviglioso sguardo sul futuro diventava fosco, per sapere se fosse davvero cinico o soltanto un baro. Siamo in giornate da rogo per tutti quelli che hanno scelto di fare gli allenatori. Come ai tempi del Savonarola  meglio bruciare le Veneri del Botticelli, come fanno negli Stati Uniti con Ovidio, oppure  prendersela se nelle statue c’è troppo nudo. Al momento si assolvono tutti, i ragazzi non tanto per bene, difesi anche dalle madri, che ammazzano una capretta a calci e poi fanno circolare il video per una festa barbara.

Sono giorni per ghigliottine. Forse toccherà al Mazzanti della pallavolo, sicuramente il patibolo ospiterà qualche illustre generale, magari Mourinho. Dipende dai risultati e la colpa non è mai di chi stava in campo, per loro assoluzione a prescindere. Se si vince il merito, giustamente, è di chi gioca, ma, se si perde, allora è più facile cacciarne uno che mettere alla porta le mele bacate del gruppo. Speriamo che De Giorgi arrivi bene alla fine dell’Europeo di volley  e non succeda come alle pallavoliste imbattute fino a quando hanno trovato sulla loro strada la Turchia di Santarelli dove tutte le palle decisive le facevano arrivare alla cubana naturalizzata ad Istanbul mentre da noi succedeva il contrario facendo scoppiare il bubbone Egonu che si chiama fuori da sola per il preolimpico.

Di sicuro non accadrà al Pozzecco che ha riportato gioia nella nazionale di  basket perché ha fatto un lavoro eccellente anche se con gli Stati Uniti è capitato quello che alle Olimpiadi di Montreal, nel 1976, ci rendeva tristi al punto che Gianni Brera, convinto da noi, inguaribili tifosi illusi, che l’Italia di Primo avrebbe potuto battere gli americani, andandosene dalla tribuna stampa cercò di consolarci: “Mai fidarsi degli italiani”. Lo dicevano spesso gli alleati che si sentivano traditi, lo diciamo quasi tutti quando togliamo ai nostri campioni la protezione del pronostico sfavorevole.

Una malattia che contagia. Guardate i sorteggi delle coppe nel calcio. La previsione è rosea anche se vedendole giocare queste squadre al momento non sembrano messe così bene. Col basket siamo caduti nella trappola. Si sognava pensando agli Stati Uniti appena battuti dalla Lituania. Per fortuna alla fine Pozzecco ci ha tolto l’angoscia. Colpa del destino che ci ha fatto trovare gli americani, perché se la formula della confusione ci avesse fatto trovare i lituani avremmo vinto di sicuro. Guai mettere in dubbio una certezza dell’allenatore che vuole bene ai giocatori, li ha portati fra  i primi otto del mondo dopo oltre vent’anni, ha messo le basi per un futuro pieno di successi. Perché non credere o mettersi a discutere?

Ora il destino più baro che cinico ci farà trovare la Lettonia rivelazione di Banchi, appena battuta di 2 dalla Germania dove l’asso Schroeder ha chiuso con un bel 4 su 26 facendo capire con lo sguardo che il problema era sempre l’allenatore canadese che lo aveva trattato male contro la Slovenia. Speriamo ci vada bene in modo che per il 5° posto si possa davvero trovare la Lituania. Quel giorno sapremo. Sarebbe bello anche trovare un posto per Parigi nel preolimpico, ma questo si saprà soltanto a luglio.

Il Poz che nelle interviste chiama il presidente federale “Amore mio” è al sicuro. Lui e i giocatori, tutti bravi, guai a dire che qualcuno, magari Polonara, non è andato benissimo. Sarebbe sacrilegio e un attentato alla famiglia azzurra, ai  giocatori  per cui abbiamo fatto il tifo, convinti che fossero di tutti e non  soltanto di chi li guida sul campo o dalla scrivania.

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