Il negro di Totti

6 Marzo 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
E’ tutta una gara nel dare lezioni di comportamento a Mario Balotelli, tanto che vivendo con l’Ansa sempre aperta abbiamo perso il filo delle dichiarazioni e dei commenti: volevamo fare un articolo riassuntivo, ma ci rinunciamo per sovraccarico di informazioni. Fra le lezioni più esilaranti ce ne è rimasta in testa solo una, quella di Francesco Totti. Il cui negro (non nel senso gridato dal novanta per cento delle curve italiane) sul Corriere dello Sport ha fatto discorsi mafiosetti parlando di ‘codice di comportamento’ ed ha dimenticato che a 28 anni (non a 18) il suo datore di lavoro sputava in faccia agli avversari (Poulsen), spintonava e vaffanculava davanti a 30mila persone il suo migliore amico (Vito Scala), umiliava gli avversari (manina sventolata davanti a Tudor, maglietta lassativa per i laziali). E che a 26 (non a 18), rovinava un Mondiale alla Nazionale italiana con un atteggiamento indecente fuori dal campo, su cui tutti gli inviati e purtroppo anche Trapattoni chiusero entrambi gli occhi. Certo, se cita come esempi di comportamento Gattuso e Materazzi e come maestri di vita Mazzone, cioè uno che a sessant’anni andava ad insultare le curve come e peggio di Balotelli, o Bruno Conti, uno che ha paura di sorridere per un gol del figlio, tutto torna.

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