Il lavoro di tuo padre

13 Febbraio 2024 di Stefano Olivari

I Moratti hanno venduto quasi tutte le loro quote nella Saras, nome familiare anche agli appassionati di calcio perché proprio sotto la sede dell’azienda di famiglia Massimo Moratti ai tempi in cui era presidente dell’Inter forniva anticipazioni di mercato ai cronisti che lo aspettavano, sbavando (i giornalisti) per le modelle estoni che pranzavano con un cappuccino al bar di fronte. In pratica i Moratti, ne parliamo come di un’entità unica anche se formalmente i rami azionari della famiglia sono due, hanno ceduto il 35%  della Saras a Vitol, azienda svizzero-olandese che opera nel trading di materie prime. Per i dettagli rimandiamo ai competenti in materia di finanza, comunque una stima dell’incasso dei Moratti è intorno ai 600 milioni di euro.

Insomma, la Saras è ancora viva e la raffinazione del petrolio continuerà ad essere importante per decenni, ma di sicuro la Saras dei Moratti non esiste più, a quasi un secolo dalla fondazione da parte di Angelo Moratti. Situazione che si presta a considerazioni calcistiche (con i ‘suoi’ 300 milioni Massimo Moratti il Mbappé della situazione non potrebbe nemmeno sognarlo) ma soprattutto umane, che toccano noi tutti. Perché tutti, chi più chi meno, abbiamo in qualche modo avuto la tentazione di fare il lavoro di nostro padre o nostra madre, sia che avessero un’azienda o un esercizio commerciale sia che avessero un altro tipo di lavoro, con possibilità in ogni caso di aiutarci, se non proprio di raccomandarci.

Il nostro Di qua o di là è quindi diretto: in mancanza di una vocazione specifica è giusto, o quantomeno sensato, seguire la strada di uno dei tuoi genitori o bisogna comunque provare a fare altro? I Moratti sono chiaramente un pretesto, nessuno dei nipoti del capostipite Angelo avrà bisogno di lavorare. Al massimo gestirà startup, spendendo qualche spicciolo: proprio oggi abbiamo letto su Milano Finanza che la MBS (la B sta ovviamente per Blockchain) di Angelo Mario Moratti ha ricavi per 1,4 milioni di euro e perdite per 1,3…

Ma al di là di questo, rimane la domanda di fondo per noi mortali: seguire la strada dei genitori o no? Valgono anche le risposte fuori età massima per le scelte, anzi sono le più attendibili di tutte. La nostra è che con il senno di poi ci sarebbe convenuto fare il lavoro di nostro padre (faceva il geometra, senza possedere aziende), scrivendo per hobby (l’equivalente delle start-up di Angelo Mario) ed in totale libertà. Quando la passione diventa un lavoro e quando gli amici diventano colleghi, come ha spiegato meglio di noi il nostro guru Mauro Repetto, la passione perde di intensità.

stefano@indiscreto.net

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