Calcio

Il Bari regalato a De Laurentiis

Stefano Olivari 01/08/2018

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Non è strano che ci fossero tanti imprenditori più o meno seri a voler mettere le mani sul Bari che ripartirà dalla serie D, viste le potenzialità della piazza e gli investimenti contenuti. È però assurdo che il sindaco Decaro abbia dato il club, o meglio la nuova versione del club, in mano ad Aurelio De Laurentiis, che ha così battuto gli altrettanto astuti Lotito e Preziosi, ma anche cordate locali (in una c’era anche il nostro idolo Maiellaro, uno dei più grandi talenti inespressi del calcio italiano) e straniere, con gli immancabili americani e russi.

In totale undici pretendenti, ma i tre più noti a livello nazionale avevano entrambi lo stesso difetto: con loro il Bari non potrà, per legge, mai nemmeno sognare la serie A visto che non si possono controllare (almeno ufficialmente) due club della stessa categoria. Con buona pace dello stesso De Laurentiis, che avrebbe parlato di Bari in serie A nel giro di tre anni: ma in quale film? Il presidente del Napoli in realtà ha sull’operazione idee chiare: creare un polo calcistico meridionale, un po’ per allargare il bacino di utenza della sua squadra del cuore nel Sud (che in gran parte detesta il Napoli, preferendo oltre alla squadra locale le solite Juventus, Inter o Milan), un po’ perché nelle squadre B non ha mai creduto ed il Bari in prospettiva sarà il posto in cui alcuni giocatori controllati dal Napoli matureranno, un po’ perché un Bari gestito in maniera decente sarà un affare.

Se ci saranno davvero prospettive da serie A il produttore cinematografico che fa più soldi con il calcio che con i suoi film allora realizzerà una plusvalenza delle sue. Nessun essere umano conosceva nel dettaglio tutti i programmi dei concorrenti, alcuni dei quali il sindaco nemmeno li ha voluti incontrare, ma di certo la soluzione De Laurentiis è già nelle premesse una soluzione di vassallaggio, oltre che di fatto un regalo.

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