I coglioni di Basile

11 Luglio 2012 di Fabrizio Provera

La nostra penna, ossia il polpastrello che batte sul Pc in un pomeriggio canicolare della pianura padana, recentemente cantata in modo splendido dagli Afterhours (“Due ciminiere e un campo di neve fradicia/Qui è dove sono nato e qui morirò/ Se un sogno si attacca come una colla all’anima/ tutto diventa vero tu invece No/ Fare parte di un’amore anche se finito male/ fare parte della storia anche quella piu crudele), gronda sangue. Il passaggio di Gianluca Basile, il principe Basile di Ruvo di Puglia, da Cantucky all’Armani Milano, sempre più in versione ‘ricchi epuloni’, è per noi cantuckyani romantici fonte di dolore.

La ragione dice che la scelta tecnica della società può anche essere ineccepibile, che sulla decisione ha pesato la considerazione che si deve a una bandiera come Nicolas Mazzarino, coetaneo del Baso, ma il cuore patisce le sue pene. Tuttavia, usando il gergo in uso alla corte francese di fine Ottocento, non avevamo alcun dubbio che Gianluca Basile fosse un uomo – e un giocatore – dotato di due coglioni d’acciaio, e la lettera aperta dedicata ai tifosi di Cantù apparsa sul suo sito (www.gianlucabasile.com) lo conferma appieno. Gianluca Basile ha vestito con onore la maglia di Cantucky, anche se solo per una stagione, o forse mezza, visto che l’infortunio di febbraio ne ha decisamente limitato la resa in campo. Ci resterà per sempre, negli occhi, non solo la tripla ignorante di Bilbao; ci resteranno nella mente e nel cuore la retina bucherellata  di continuo contro il Caja Vitoria, nell’eroica notte del Paladesio; la vittoria contro lo Zalgirs; la vittoria contro Siena ad aprile, quella ottenuta senza Micov e Shermadini.

Pur non avendo alzato alcun trofeo Gianluca Basile ha dato molto a Cantù, in termini agonistici ma soprattutto extra agonistici. Bastava infatti osservarlo con attenzione nelle fasi di riscaldamento, quando c’era nei suoi occhi la dedizione del guerriero che sa di non avere più le possibilità fisiche  quindi anche tecniche – di infierire contro l’avversario, come avveniva un tempo. Bastava seguirne le dichiarazioni dei dopo partita, quando affaticato e stanco (e con quella lieve forme di balbuzie, che certo non ne sminuiva il profilo di campione) dimostrava cosa volesse dire attaccamento al gioco e alla maglia.

Dunque l’anno prossimo Basile vestirà la casacca rossa dell’Olimpia: sarà senza dubbio un’occasione per far ricredere quei giovani tifosi – colpevoli solo della verde età, quindi muniti d’attenuante anagrafica all’idiozia pronunciata – che al Forum, in aprile, gli hanno dedicato cori decisamente fuori luogo. Cantucky perde un giocatore e un uomo di valore, ma d’altro canto non è in atto solo la rifondazione senese (privandosi di McCalebb, Andersen, Lavrinovic e Kaukenas sarebbe davvero tutta un’altra storia); a far tremare i Mensanini, più che le dichiarazioni di Ferdinando Minucci, hanno contribuito sicuramente le parole del neo presidente di Mps Alessandro Profumo, il quale ha chiaramente detto che le sponsorizzazioni dovranno essere ridimensionate. Con un terzo delle squadre di serie A a rischio sparizione, o col rischio concreto di una sopravvivenza agonistica davvero precaria, la distanza tra Cantucky, Siena e Milano aumenta, almeno sulla carta. Il depotenziamento di Virtus e Scavolini, guardando alle altre protagoniste di prima fascia dell’ultima stagione, lascia a competere  con Cantucky (in una ipotetica ‘seconda fascia’)  solo Sassari e forse Venezia. Posto, ovviamente, che ogni valutazione andrà fatta soltanto a mercato concluso. E forse ne vedremo ancora delle belle, da qui alle prossime settimane.

Senza dubbio, la stagione 2012-2013 di Cantucky si aprirà nel segno di due certezze: il condottiero della panchina, Andrea Trinchieri, sarà chiamato alla più difficile delle sue annate in Brianza, dovendo dimostrare una volta di più il suo (grande) valore in assenza della parte nobile della formazione che ha fatto tornare Cantù alla gloria europea, ossia Micov, Shermadini e Basile. La seconda certezza è presto detta: abbiamo avuto la fortuna di assoldare un guerriero, Gianluca Basile, il quale ci ha ricordato una cosa di enorme importanza, nella pallacanestro come nella vita: “Si costituiva cosi’ una fonte di etica e di valore guerriero che s’assumeva l’onere di dissetare in tutta riservatezza tanta gente desiderosa di giustizia, imponendo ai giovani l’etica dell’onore e dell’umilta’, formando atleti dal forte carattere ed insegnando loro l’antica arte del coltello e del bastone per l’autodifesa, la tutela dei più deboli e per la sicurezza della comunità”. Grazie Gianluca Basile, i villani nobili di Cantucky non dimenticano chi ha servito la Causa con onore.

Fabrizio Provera, 11 luglio 2012

“La cavalleria e il senso dell’onore sono la poesia della vita” (Anonimo giapponese dei secoli passati)

Share this article