I Chievo Grizzlies non vinceranno mai

16 Giugno 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
I nostalgici del duopolio Juve-Milan, con Inter complice senza refurtiva e costosi inserimenti di poche altre creature politiche, forse staranno pensando che in fondo anche questa pompatissima Nba non è che abbia tanto ricambio, se è vero che i Lakers sono più o meno sempre lì e che in 63 anni di storia della lega hanno vinto 16 titoli assoluti (contando anche il periodo NBL e quello BAA di Minneapolis) e 30 di conference, mentre i Celtics ne hanno vinti 17 assoluti e 20 di conference. Traduzione: su 126 teorici posti in finale, Lakers e Celtics ne hanno occupati 50: quasi il 40%, ma soprattutto in due hanno vinto più di metà dei titoli assoluti. E quindi? Quindi guardiamo la situazione dalla stagione 1984-85, quando dopo decenni di liberismo quasi assoluto (a fine anni Settanta la lega fu sull’orlo del fallimento: aaah, se la ABA avesse resistito qualche anno in più…) venne introdotto il salary cap: 25 stagioni, con Lakers e Celtics che hanno incassato 9 anelli, di cui ben 4 frutto dei gruppi costruiti in era pre-salary cap e gli ultimi due regalati da trade quantomeno sospette, al di là del fatto che Garnett non volesse rimanere ai Timberwolves e che Memphis insieme a Portland sia la squadra del futuro. Insomma, 25 anni di comunismo morbido (la luxury tax in fondo lascia uno spiraglio anche agli sceicchi) hanno prodotto titoli per sette franchigie diverse (oltre alle due citate Pistons, Bulls, Rockets, Spurs e Heat) e finali per (i sette campioni più Blazers, Suns, Knicks, Magic, Sonics, Jazz, Pacers, Sixers, Nets, Mavs e Cavs). In italiano significa che in 18 (sulle 30 attuali, ma nel 1984 erano 23) sono stati ad un passo dallo ‘scudetto’. Ma più delle sconcertiane statistiche conta la speranza: chiunque nella NBA è convinto che nel giro di due anni, con buone scelte al draft ed operazioni di mercato, di poter arrivare fino in fondo. Questa speranza nel nostro calcio (non parliamo nemmeno del basket, con il titolo già assegnato da un anno) manca non diciamo al Chievo, ma anche alla Fiorentina della situazione. Ed in Champions League cambiano solo le proporzioni, se il Lecce lo chiamiamo Anorthosis il prodotto non cambia. Chi mai si siederebbe ad un tavolo di poker sapendo di non avere nemmeno l’1% di possibilità di vincere, nemmeno fra vent’anni? Un altro dei miracoli del calcio: basta esserci, all’incasso si passa in altri settori.

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