I buffoni di Wimbledon

20 Aprile 2022 di Stefano Olivari

Wimbledon ha scritto una delle peggiori pagine della sua storia Open escludendo dalla prossima edizione tutti i tennisti provenienti da Russia e Bielorussia: quindi Medvedev, Rublev, la Sabalenka, eccetera. Una sanzione immorale, illegale e anche stupida, perché nel tennis tranne che in Coppa Davis ognuno rappresenta soltanto sé stesso, al punto che molti nemmeno conoscono la nazionalità di giocatori visti mille volte: siamo sicuri che di Zverev, Ruud, Auger-Aliassime, De Minaur, Davidovich-Fokina, Bublik e Korda, non tutti la indovinerebbero al primo colpo. E anche questa retorica degli ultimi anni sugli italiani è figlia più del marketing editoriale che del nazionalismo: se Draghi decidesse di invadere la Svizzera perché dovrebbero sanzionare Sinner?

Non è comunque questo il punto, il punto è che per mettere pressione a Putin si rovinino uno o più anni di carriera di sportivi che non potranno più averli indietro, soltanto sulla base del loro passaporto. Ma un conto è una decisione politica di Boris Johnson, che ha il mandato per prendere decisioni politiche, un altro la resa di Wimbledon al guerristicamente corretto, come se gli organizzatori del torneo più importante del mondo avessero certezze che non hanno nemmeno esperti di geopolitica. Certo avranno avuto pressioni del loro governo, ma non è che vivano nella Russia di Putin…

Punendo sulla base delle certezze e non dei ‘si dice’, qualunque tennista statunitense o britannico dovrebbe essere espulso da Wimbledon, visti i 200.000 civili iracheni morti sotto i bombardamenti del 2003 con il pretesto di prevenire l’uso di inesistenti armi di distruzione di massa. Al punto che 12 anni dopo Blair chiese scusa, l’imboscato Bush figlio (il padre invece vero, anzi super-vero) non ci ricordiamo. Comunque Henman e Roddick giocarono a Wimbledon 2003, e anche bene. Magari erano anche contro i bombardamenti, nessuno glielo ha mai chiesto.

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