Fiorella Mannoia è una grande interprete

24 Marzo 2021 di Indiscreto

Fiorella Mannoia è una grande interprete. La seconda puntata dei nostri interventi sui luoghi comuni, dopo ‘Gerry Scotti è simpatico‘, è focalizzata sulla rossa cantante romana, da tanti anni icona della musica d’autore nonché attiva su più fronti, non solo sonori. Al di là delle sue idee politiche e non, crediamo diverse da quelle di Gerry Scotti, qui ci concentreremo con i lettori di Indiscreto esclusivamente sulle sue qualità, vere o presunte, di interprete.

Dopo un passato da stunt woman, un esordio in sordina negli anni Settanta e la splendida Pescatore con Pierangelo Bertoli, Fiorella Mannoia la ritroviamo al Festival di Sanremo nel 1981 a presentare la celeberrima Caffè nero bollente. Grinta da vendere e look luccicante, in effetti si dimostra subito interprete poderosa mentre racconta la storia scritta da Mimmo Cavallo, compreso il sorprendente verso “Mi basto sola” all’epoca passato a dire il vero abbastanza inosservato. Insomma, una partenza sprint, da vera rocker, quella di Fiorella Mannoia che successivamente inanella alcune canzoni di discreto successo, tuttavia non ancora in grado di darle quell’aurea di intoccabile guadagnata anni più tardi. Brava sì, ma insomma ancora troppo poco impegnata per poter entrare nella élite stabilita dalla critica.

Una prima svolta, sempre a Sanremo, arriva di fatto con Come si cambia del 1984 e quindi tutta la produzione firmata Mario Lavezzi, e una seconda tre anni dopo con la definitiva consacrazione di Quello che le donne non dicono, poggiata sulle straordinarie parole di Enrico Ruggeri. Da lì è una gara fino ad oggi per firmale i brani e parallelamente averla ospite un po’ ovunque. 

Sì perché Fiorella Mannoia non si fa certo pregare ed è molto presente sia in musica che in parole sui media, talent compresi. Ora, al di là di questo (merito suo stare nel giro giusto, un po’ come i giudici o gli ospiti intercambiabili delle varie trasmissioni), la domanda che vogliamo farci e farvi è se sia veramente quella grande interprete capace di emozionare sempre e comunque o viceversa questa definizione derivi più che altro da uno status di voce più che intoccabile assegnatole acriticamente. E che di fatto, dopo i fuochi artificiali iniziali, ne ha anche un po’ appiattita la carriera su un repertorio magari d’autore ma anche abbastanza monotono.

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