Fine delle sanzioni alla Russia?

24 Agosto 2022 di Stefano Olivari

Le sanzioni economiche alla Russia sono state per l’Unione Europea un fallimento, per la Russia un danno sopportabile (tutto è relativo: per gli italiani è un dramma il buffering di DAZN) e per gli Stati Uniti uno strumento per allungare la guerra tenendo sotto scacco le economie europee e anche quella russa, che contro gli USA non può certo usare l’arma energetica. Quanto all’Ucraina, non pare che stia avendo grandi benefici perché anche con le armi europee i morti rimangono ucraini. Però è ripreso il campionato, pur senza De Zerbi.

Non abbiamo gli strumenti culturali per grandi analisi, ma per una semplice domanda sì: è ora di finirla con le sanzioni alla Russia? Perché al di là dell’aspetto ideologico assurdo, in cui tutti danno dei nazisti agli altri, e del tifo paracalcistico (difficile: chi da noi ha mai distinto un russo da un ucraino, anche dopo la fine del’URSS?), per l’Europa e per l’Italia queste sanzioni sono diventate una sciagura epocale, autolesionismo allo stato puro senza nemmeno avere obbiettivi chiari se non una generica solidarietà al popolo ucraino.

Il pensiero unico dei media che contano e di tutto quel mondo classificabile nel file ‘Agenda Draghi’ e che già pregusta l’ingovernabilità per imporre un nuovo tecnico o Draghi stesso (Calenda lo ha detto senza mezzi termini), ha sempre più difficoltà nel mascherare la realtà, al di là dei dettagli pittoreschi sui maglioni da mettersi questo inverno per i 2 gradi in meno in casa (come se fosse un problema), che mentre scriviamo queste righe è la seguente: i future sul prezzo del gas sono in vista dei 300 euro a megawattora. Chiunque grazie a Google può vedere un grafico: il prezzo del gas è raddoppiato rispetto a giugno e triplicato rispetto a maggio, quando la guerra in Ucraina era già in corso da tre mesi. Decuplicato rispetto a un anno e mezzo fa.

E l’annuncio di Gazprom, per cui si prevede un 2022 da record, di chiudere per qualche giorno a fine agosto il gasdotto Nord Stream 1, è il millesimo segnale che i russi stanno più che bilanciando la diminuzione delle esportazioni con l’aumento del prezzo. Il crollo dell’economia russa, con milioni di giovani in piazza rabbiosi perché per colpa di Putin non hanno più Netflix, i negozi di Hermés e la Champions League, non c’è stato, e dal nostro miserabile punto di vista le prossime bollette del gas casalingo raddoppiate, ad andare bene, sono una cosa molto meno grave delle industrie che rischiano la chiusura.

Il sondaggio non è scontato, perché ci sono cause per cui si può andare contro la propria convenienza e magari per la maggioranza degli italiani l’Ucraina (qualsiasi cosa voglia dire, nel senso dei confini) è una di queste. Ma certo fanno ridere le tante previsioni a reti unificate sul default russo, sulle file nei negozi come ai tempi dell’URSS, sulla Nabiullina disperata che si dimette, sul blocco dell’accesso a SWIFT che avrebbe impedito ogni pagamento, sulle mille malattie di Putin, eccetera. Sanzioni alla Russia sì o no? L’unica speranza è che alla fine di questo periodo ci si renda conto di quanto sia importante l’economia reale ed al suo interno l’autosufficienza energetica. Se non altro per non essere ricattati.

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L'Italia dovrebbe porre fine alle sanzioni economiche alla Russia?
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