Felipe non è da Inter

5 Giugno 2015 di Stefano Olivari

Carlos è in trance da martedì, da quando cioè ha perso 800 euro su Federer dato a 1,42 su Wawrinka nei quarti del Roland Garros. Erano tutti della madre, li teneva in una zuppiera con disegnata la faccia di Ulises De La Cruz perché diceva che sarebbero serviti per il matrimonio di Ariana. Ma Ariana ha quindici anni, ha pensato Carlos, e nessun fidanzato conosciuto. Deve convincerla a dimenarsi un po’ davanti ad Oscarito, come le chiede di fare anche Hector.

Ylenia è rimasta incinta di un venditore abusivo di selfie stick. Ha raccontato a Samantha di averlo conosciuto quattro mesi fa in Corso Vittorio Emanuele, davanti a Max & Co, dopo essersi liberata da un venditore di libri di fiabe africane. Karim ha fatto leva sul senso di colpa degli italiani, come un po’ tutti i suoi colleghi, come se fosse un obbligo morale farsi carico delle disgrazie del Bangladesh (o della Germania, o anche soltanto di Garbagnate). Qualche scema ogni tanto ci casca, ma Samantha non ha voluto sapere che cosa sia successo fra la conoscenza in strada e la trombata avvenuta nell’auto di un amico di Karim. Vedendo l’amica un po’ allo sbando, da pragmatica donna renziana Samantha ha preso in mano la situazione e ha fissato un appuntamento con una ginelocologa laica e la prossima settimana andranno anche al consultorio di via Albenga, quello di fianco al sottopassaggio di via San Giusto costruito per Italia Novanta e finito il giorno di Argentina-Camerun.

Per tirare su di morale Ylenia ieri sera sono andate dal Calafuria, senza però raccontare del bengalese alle milf orobiche. Tutte abbastanza su di morale all’avvicinarsi dell’estate. Cate ha lasciato Luigi, come al solito passerà l’estate nella sua casa di Albarella che dopo la disinfestazione ha meno zanzare di Goteborg: tante grigliate con il marito e forse un colpo da qualche animatore. Maria Antonietta sta bene con Matteo, fanno sesso telefonico dicendosi di tutto, ma dal vero poco o niente. Forse in agosto lui la raggiungerà per qualche giorno nella sua casa di Clusone, Ormai il Mon Amour sta aperto soltanto per loro e per i clienti post-travesta. Deborah ha deciso di iniziare a correre, per riconquistare un marito che ha perso ogni interesse per il sesso.

Il Lele ha inziato a gestire Sergio, ma un gatto persiano viziatissimo non è uno scherzo. Vuole mangiare poco, ma di frequente, caga davanti alle porte e piscia ovunque. In più pretende massaggi sotto al mento che la zia e Samantha gli facevano con gioia, ma per cui il Lele non si sente portato. Ma per 500 euro al mese si può fare, Milena lo tiene d’occhio. Uno che si è qualificato come poliziotto della Digos ha fatto mille domande a tutti sul sardo di Andria, è ormai chiaro che è in mezzo a qualche faccenda di terrorismo visto che chiede con insistenza dei suoi discorsi politici. Ma al massimo lo si è sentito parlare dei problemi della scuola, oltre che del Milan prima dell’avvento di Berlusconi. Alla Digos interessano Carotti e Incocciati?

La ex moglie del Gianni sta morendo, lui è andato a trovarla senza sapere bene perché. Da sposati lo ha tradito più volte (e lui, giovane marito innamorato, che per lei aveva persino smesso di andare a puttane…), da separati gli avrà levato anche la pelle a forza di richieste (è oltretutto messa meglio di lui, sia come patrimonio che come reddito), infine gli ha montato contro la figlia facendola diventare comunista. Ma sono tutte cose che scompaiono, di fronte al gibollo che qualcuno al parcheggio del Sacco gli ha fatto alla Maserati-Vuitton. Il Roberto è disperato, perché il suo medico di base è stato arrestato per un traffico di impegnative e ricette false: il pensiero di tornare in Regione, dove era entrato nel 1990 su raccomandazione di un consigliere di zona del PSI, lo fa star male al punto che il travesta di ieri trovandoglielo moscio gli ha detto che non c’era con la testa. I fratelli forestali di Franco sono tornati a Isola di Capo Rizzuto per le vacanze, ma hanno chiesto il trasferimento in Lombardia. Franco conta sul fatto che a Milano non ci siano foreste e che con Pisapia siano aumentati soltanto i rom.

Il Walter cerca di non pensare ai tanti nomi che vengono associati all’Inter, dedicando due parole alla partita con l’Empoli: “Contava soltanto per la classifica marcatori di Icardi, adesso che l’ha vinta magari pensano di venderlo per qualche milione in più… per il resto la classica partita molle di fine stagione, anche se non mollissima… non contando, Kovacic ha giocato abbastanza bene con qualche passaggio in verticale dei suoi. Il resto ingiudicabile, mi sarebbe piaciuto vedere di più Felipe, che otto anni fa sembrava un fenomeno, ma dopo venti minuti si è fatto male. È costato poco, giusto i 150mila euro dell’ingaggio fino a fine stagione, ma è chiaro che con gli svincolati non si va da nessuna parte”.

Budrieri nemmeno apre la Gazzetta, non gli interessa leggere le penose arrampicate sugli specchi dopo che per giorni e giorni hanno retto il gioco a Galliani per la vicenda Ancelotti, fino a quando Ancelotti ha detto chiaramente di lasciarlo in pace. Chissà cosa si inventeranno per Yaya Touré che non può andare all’Inter, magari qualcosa tipo ‘Prigioniero del City’… Si è rivisto con Cristina, quella catalana così interessata a Marino Basso lo arrapa non poco, ma non ha niente da offrirle, in alcun senso. Parlando delle varie tappe della Vuelta del 1975 si era creato un buon feeling, ma quando il discorso è virato sulla politica lei si è irrigidita. Civatiana osservante, non può tollerare che Budrieri si dica d’accordo con le ruspe di Salvini. Sempre con in testa Cristina è andato nel solito cineforum per vecchi, questa volta per tre euro il cingalese di Bande Nere gli ha dato il dvd di Mercenary for Justice: Steven Seagal è l’attore preferito di Budrieri, insieme a Chuck Norris e Charles Bronson, il pomeriggio è andato via sereno e soltanto con un breve pensiero alla ciabatta della zingara che comunque a distanza di settimane ha mantenuto inalterata la sua puzza. D.J. John ha avuto il lavoro, a fine giugno parte per la Sardegna dove per due mesi metterà dischi per Under 14: non ha chiesto a Marilena di accompagnarlo, anche se ci sarebbe stato posto come barista, né lei glielo ha chiesto. Al centro massaggi di via Forze Armate si trova bene, dice che sono persone serie. Ha provato a parlare di Tuina a Budrieri, che però ha capito Turina, come Luciana. D.J. John ha pronta una versione remix di Battle in the box, l’ha mandata ad Alex Farolfi consapevole del fatto che mandarla a Linus sarebbe inutile. Prima di partire deve però avere un chiarimento con il direttore di Radio Dee Jay, da collega a collega una risposta gliela deve. Ha letto sul blog di Linus che anche lui è a Berlino, ma dopo Juventus-Barcellona D.J. John ha deciso che starà fisso sotto gli studi di via Massena fino a quando non avrà una risposta almeno per il format di Vecchio Rap. L’Erminia è sempre dal podologo o al Carrefour di piazzale Siena, quindi la maggior parte del tempo Budrieri la passa in casa con D.J. John. Che adesso gli fruga anche anche nel portafogli, visto che nella gondola non c’è più un centesimo. L’astuto Budrieri ha nascosto tutti i contanti nella Torre di Pisa che c’è sopra il televisore, un vecchio Mivar che funziona ancora benissimo dopo essere stato integrato da un decoder digitale. La sua vita è quasi finita e la spagnola non gliela darà mai, questi sono drammi. Cosa cazzo gliene importa ormai dell’Inter? Lui che ha visto giocare Ciocci e Bachlechner non può discutere con chi pensa che l’Inter sia iniziata con Faulkner: “Per voialtri qualsiasi difensore che si muova con eleganza è il nuovo Maldini, ma il calcio vero è un’altra cosa. Lo hanno visto tutti che Felipe non è da Inter”. (ultima puntata della stagione 2014-15, appuntamento forse a fine agosto o forse mai).

P.S. Tutto ciò che leggete in ‘Non è da Inter’ è pura opera di fantasia e in nessun modo assimilabile a giornalismo o informazione, sempre che da altre parti noi si faccia giornalismo o informazione. Chi non si diverte a leggerlo, visto che il principale obbiettivo è il divertimento (anche nostro), usando un linguaggio scorretto, sporco, becero, razzista (è quello che tutti usiamo nella realtà, la nostra è tutt’altro che una presa di distanza), semplicemente non lo legga.

P.S. 2. Forse riscrivendolo un po’ meglio ne faremo un eBook, più difficile (viste le tante truffe subite, soprattutto sui libri andati ‘bene’) che diventi un libro cartaceo. 

P.S. 3. I ringraziamenti sono per gli amici che ci hanno dato idee, spunti e soprattutto motivazioni (fra scrivere e rileggere, questa puntata ha preso circa sette ore), quando al divertimento iniziale  è subentrata la solita mancanza di voglia, concentrazione, ispirazione, eccetera. In rigoroso ordine alfabetico: Duccio De Santis, Andrea Ferrari, Paolo Morati, Italo Muti. Solo i nomi, per non creargli problemi sul lavoro, invece per gli amici Alessandro, David, Pasquale, Paolo, Samantha e Ylenia (Samantha e Ylenia esistono! Le loro figlie diciassettenni però si chiamano in altro modo…). Il grazie è anche per chi ha soltanto letto, vista la lunghezza, i mille personaggi e i riferimenti troppo milanesi ma proprio per questo forse apprezzabili soprattutto dai non milanesi. Pur essendo fantasia, crediamo si senta un nucleo di verità.

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