Calcio

Farina padrone del Milan

Stefano Olivari 15/01/2022

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Giussy Farina diventa padrone del Milan il 15 gennaio 1982, esattamente 40 anni fa, versando un miliardo e mezzo di lire a Felice Colombo e soprattutto rilevando tutte le fideiussioni e garanzie personali date per mandare avanti la società rossonera negli ultimi anni. In pratica la FINMILAN, la finanziaria dell’ex presidente del Vicenza, rileva il 62% di Colombo e diventa azionista di maggioranza di un club partecipato da Paolo Villa con il 16%, con il 6% ciascuno da Gianni Nardi, Colombo (Angelo, uno dei fratelli di Felice) e Rosario Lo Verde, con il 4% da Franco Ghizzo. Poi le percentuali cambieranno, ma oggi i rapporti di forza sono questi.

Il bonifico (o forse è un assegno? Non ce lo ricordiamo) di Farina significa l’addio di Colombo al controllo del club e quello di Gaetano Morazzoni alla carica di presidente, occupata da dopo il calcioscommesse che aveva visto Colombo fra i protagonisti. Morazzoni, deputato della Democrazia Cristiana e uomo chiave della DC milanese, in mezzo alla trattativa Colombo-Farina ha avuto anche l’idea di contattare Berlusconi, per farlo entrare nell’azionariato già nel 1982, ma l’idea di fare il socio di minoranza non è mai piaciuta all’aspirante presidente della Repubblica e così il Milan è andato a Farina.

Citiamo Morazzoni anche perché lui è il principale difensore di Gigi Radice, il cui scellerato esonero, pochi giorni dopo l’arrivo di Farina, per mettere in panchina Galbiati, sarà alla base della retrocessione in Serie B con una squadra da zona UEFA. Comunque con Farina il Milan si risolleverà un po’, in attesa degli anni di gloria di Berlusconi. Che si troverà già serviti Tassotti, Baresi, Filippo Galli e Maldini, anche se questo non significa che Farina rimanendo avrebbe vinto cinque Coppe dei Campioni.

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