Esonerato dalle maschere

18 Maggio 2009 di Stefano Olivari

Qual è stata la grande colpa di Ranieri? Non tanto essere terzo in classifica con una squadra da terzo posto e piena di giocatori in declino (ovviamente quelli più vecchi, ma anche il poco nominato Buffon), ma dirlo in anticipo di mesi e pubblicamente. I venditori del prodotto Juventus, dalla proprietà fantasma a Tuttosport, non glielo hanno perdonato e questo esonero è stato quasi da lui chiamato con le dichiarazioni post-Atalanta (”Non siamo più quelli che eravamo, ma l’anno prossimo sarò qui al 99%”). Un’uscita di scena che porterà magari qualcosa di buono nel presente: Ferrara sa come funzionano le cose in uno spogliatoio, qualche sorriso a Del Piero e avere tutti (anche i media) dalla sua parte per due partite non sarà difficile. Per il futuro poi ognuno spara la sua, incurante del fatto che nemmeno i diretti interessati (Conte, Gasperini, Spalletti, eccetera) abbiano ricevuto notizie precise e che soprattutto nessuno sia contrattualmente libero. Per trovare un esonero hard nella storia della Juventus bisogna risalire a quaranta anni fa, con Luis Carniglia, anche se le dimissioni di Lippi del 1999 furono indotte ed il Deschamps salutato con una giornata di anticipo alla fine della stagione in serie B non fu una grande lezione di stile. Pioveranno gli articoli del genere ‘Aaahhh, quando c’era l’Avvocato’, ma nessuno inviterà apertamente a vendere chi non ha più stile, passione, competenza e soldi da voler rischiare. Solo battute biascicate male da maschere tragiche, eredi di un’Italia morta, a cui nessuno di noi Tirzan osa ridere in faccia.

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