Emozioni che solo la radio può dare

3 Gennaio 2010 di Marco Lombardo

di Marco Lombardo
Un’Inter-Lazio mai vista, l’aziendalista Ballardini e i sogni alla Luca Toni.


1. Noi irriducibili lo siamo ancor di più in questo 2010, lasciandoci alle spalle un anno (quasi) tutto da buttare. L’ultima ciliegina ce l’ha regalata la radio nella partita finale del campionato che, ahinoi, risale al 20 dicembre. Insomma: Inter-Lazio è finita come sapete, in velocità di crociera per i nerazzurri e nel solito grigiore per i biancoazzurri, però – sentita alla radio – la partita è stata tutta un’altra storia. Per i due che si alternavano (ma perché?) al microfono l’Inter era in palese difficoltà, mentre la Lazio stava giocando proprio bene. “Manca solo il tiro in porta”, dicevano. Se fossero mancati anche i radiocronisti la serata sarebbe stata perfetta. 
2. A proposito di Lazio: la fine della vicenda Pandev ha messo alla berlina il pirotecnico (si dice così, no?) presidente Lotito. Il quale non ha gradito la richiesta di cessione fatta dal giocatore e lo ha messo fuori rosa perché “i contratti vanno rispettati”. Ci si chiede se al contrario, ovvero se lui volesse cedere un giocatore che non vuole andarsene, direbbe lo stesso, ma in ogni caso la figura più triste l’ha fatta il tecnico Ballardini, diventato aziendalista convinto e quindi ancora al suo posto nonostante la classifica. In pratica: Pandev per lui non era più un giocatore. Ma nel 2010, naturalmente, sentiremo criticare solo Mourinho. 
3. Evviva il mercato: finalmente possiamo occupare le nostre giornate riempiendole di cose inutili. Ad esempio ci ha rallegrato il ritorno di Toni in Italia, festeggiato dallo stesso con una frase storica: “Ho sempre voluto la Roma”. Sempre da quando?, uno si chiederebbe. Pronta la risposta: “Sempre da quando avevo deciso di lasciare il Bayern”, ovvero la squadra che aveva sempre sognato dopo la Fiorentina, che aveva sognato il giorno in cui aveva deciso di lasciare il Palermo, che era il suo sogno dopo il Brescia, il posto in cui sognava di andare una volta via da Vicenza. Non c’è problema, gli crerdiamo: anche noi sogniamo di andare alla Gazzetta dello Sport. Ma a scanso di equivoci lo diciamo prima.

Marco Lombardo 
(in esclusiva per Indiscreto)

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