Come la vede Ibra

16 Gennaio 2012 di Marco Lombardo

di Marco Lombardo
La fotografia del caso Pato è un passaggio mancato. E’ successo a Bergamo, quando Ibra in contropiede l’ha visto lì sulla destra troppo libero e non gli ha voluto dare la soddisfazione di uscire a braccia alzate: meglio incocciare nella difesa avversaria piuttosto che darla (vinta) al Papero della figlia del padrone.
La vicenda, in fondo, è tutta qui, vecchia come il mondo e uguale in tutte le aziende, quelle di pedate come in quelle comuni. L’invidia in fondo è una cosa seria e fa girare il mondo, a volte pure l’economia, e l’esempio in questo caso è lampante. Poteva essere un affare – un 19enne comprato a 22 e venduto a 35 e dintorni -, è rimasto un rapporto interrotto, e come succede in questi casi ci si rialza con una sensazione di imbarazzo. Il triangolo è lampante: Silvio ama Pato, Barbara ama Pato, Pato a questo punto ama il Milan. Poi scende in campo nel derby – a sorpresa? – nel derby e gioca un po’ come il figlio di papà: arriva con la Porsche, gira un po’ per l’aziendina e se ne va senza essersi sporcato. Mentre il collega che lo guarda sempre un po’ storto, togliendosi il fango di dosso, esclama stupito: “Porca miseria, questa sera non mi hanno passato la palla”. Chissà come mai.

Marco Lombardo, 16 gennaio 2012

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