Costruisci il tuo futuro senza Stellantis

16 Novembre 2023 di Stefano Olivari

Che Stellantis sia stata per gli operai italiani una fregatura pazzesca è già stato scritto e detto? Sicuramente sì, ma noi leggendo solo i quotidiani sportivi e guardando con passione la Bundesliga non possiamo affermarlo con certezza. È probabile che tutti abbiano preso in giro Elkann per la comunicazione arrivata a 15.000 dipendenti di Stellantis, intitolata ‘Costruisci il tuo futuro’, nel caso noi ci limitiamo a copiarli involontariamente come Michael Jackson con Al Bano. Nella sostanza si sono invitati 15.000 dipendenti ad accettare una buonuscita per levarsi di mezzo e permettere così all’azienda che raggruppa le vecchie FIAT Chrysler e PSA di assumere fantomatiche nuove figure per stare al passo con la transizione verso l’elettrico.

Ce ne sarebbe abbastanza per far iscrivere alle Brigate Rosse anche chi da giorni discute sulla volontarietà del gol di Dimarco al Frosinone, ma ci piace essere concreti: quale futuro si può costruire con una buonuscita di due anni e qualche mese della paga di un operaio?  Certo ci sono start-up partite con meno di 60.000 euro, ma qua si sta insinuando che l’operaio pur avendo buone idee imprenditoriali non voleva abbandonare la saldatura delle portiere delle 500 e così ha aspettato l’incentivo dell’azienda per costruire il proprio futuro. Dovrebbe ringraziare il gruppo Stellantis, motivatore come nemmeno il compianto Bollettieri.

Veniamo al punto: le concentrazioni internazionali, oligopoli con i media-servi che festeggiano (ne abbiamo parlato di recente a proposito di un brutto libro di Robert Ludlum) e la transizione verso l’auto elettrica, per far respirare meglio qualche fuoricorso che beve il suo centrifugato in un dehors (mentre gli fottono lo zainetto firmato, va da sè), stanno distruggendo la vita della piccola borghesia occidentale. In Italia nel 1989 furono prodotte 1.971.969 vetture (Fonte Ansa), adesso siamo ben sotto le 500.000. Eppure, pur con un mercato in calo, nel 2022 in Italia sono state vendute 1.400.000 di auto nuove, di cui soltanto 32.000 elettriche propriamente dette.

Insomma, un clamoroso caso di consumatore che vota, come accaduto con Victoria’s Secret (che si è riposizionata, puntando di nuovo sul sexy) e la Budweiser per situazioni che con la transizione ecologica non c’entrano. Tornando alle auto, visto che il problema è globale (la Volkswagen vuole liberarsi del 20% degli amministrativi), la scelta europea dell’elettrico è politicamente assurda a prescindere dalle proprie idee politiche. Poi fanno gli editoriali contro la saldatura, per stare in tema auto, fra estremismo di destra e di sinistra, ma sono meno seri di quelli sul calciomercato di gennaio.

stefano@indiscreto.net

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