Cosa succede se ritardo il pagamento di una rata di un prestito?

Occorre molta attenzione quando si richiede un finanziamento; sovrastimare infatti la propria capacità di rimborso potrebbe causare l’inserimento nell’elenco dei cosiddetti “cattivi pagatori”.

20 Novembre 2023 di Redazione

Cosa succede se ritardo il pagamento di una rata di un prestito? La richiesta di prestiti personali, siano essi finalizzati o non finalizzati, è estremamente frequente nel nostro paese e sono numerosi i prodotti che gli istituti bancari e le finanziarie autorizzate all’esercizio del credito propongono ai loro clienti. Le motivazioni di base che portano una persona alla richiesta di un prestito sono essenzialmente due: la prima è che ci si trova di fronte a un imprevisto che ci costringe a un esborso di denaro molto elevato (per esempio la riparazione di un grave guasto all’auto, cure mediche ecc.), la seconda è che si intende effettuare una spesa pianificata evitando però di intaccare la propria scorta di liquidità.

A prescindere dalle motivazioni che ci portano alla richiesta di prestiti, è molto importante analizzare con attenzione la propria situazione finanziaria in modo da capire il livello della nostra capacità di rimborso. Infatti, dal momento che un prestito è un impegno finanziario che può durare anche molti anni, è importante regolarsi in modo tale da non incontrare difficoltà nell’onorare le rate. Un altro consiglio utile è quello di leggere con attenzione il contratto di finanziamento che si è sottoscritto con la banca o con la finanziaria; esso infatti riporta tutti gli obblighi di creditore e debitore e indica anche le conseguenze relative a un eventuale mancato pagamento (interessi di mora, spese di notifica ecc.).

Ma che succede se, nonostante le buone intenzioni, ritardo il pagamento di una rata? Prima di illustrare le conseguenze è opportuno ricordare brevemente che alcune banche e finanziarie propongono prestiti con il cosiddetto “salto rata”: il cliente ha cioè la facoltà di saltare il pagamento di una rata che sarà inserita al termine del piano di ammortamento del prestito senza dover pagare spese aggiuntive. Un contratto del genere può prevedere più opportunità di salto. Altre possibilità sono quei prestiti che prevedono l’allungamento della durata del contratto qualora ci si trovi in temporanea difficoltà nel rimborso. Si può anche valutare, se prevista, la possibilità di stipulare una polizza assicurativa a copertura.

Sono in ritardo con il pagamento di una rata: cosa succede? Va innanzitutto premesso che il mancato pagamento di una rata di un prestito alla sua scadenza può anche essere legato a un semplice disguido bancario; non è un’evenienza frequentissima, ma può verificarsi. È per questo motivo che si dovrebbero sempre effettuare periodici controlli del proprio estratto conto per verificare che non vi siano anomalie, ma può comunque capitare a tutti di non accorgersi di un disguido. In questi casi, di norma, sono la banca o la finanziaria che avvisano bonariamente il cliente informandolo del mancato pagamento e invitandolo a regolarizzare quanto prima la situazione.

È bene sapere a questo proposito, che il creditore non può immediatamente segnalare il mancato pagamento al SIC di CRIF, il Sistema di informazioni Creditizie. Il cliente infatti dovrà essere avvisato tramite raccomandata A.R. o e-mail certificata (PEC) e comunque la segnalazione del primo ritardo nel pagamento di una rata si concretizzerà soltanto qualora si verifichi consecutivamente il mancato pagamento di due rate. Qualora si venisse segnalati al SIC di CRIF, la durata della permanenza nel sistema è legata al tipo di mancato rimborso. Nel caso di una segnalazione relativa a due ritardi, la durata di permanenza nel sistema è di un anno. Diverso è il caso di ritardi reiterati che comporta invece una visibilità nel sistema di due anni. Gli anni diventano tre nel caso di mancato rimborso di un prestito.

In sostanza, occorre molta attenzione quando si richiede un finanziamento; sovrastimare infatti la propria capacità di rimborso potrebbe causare l’inserimento nell’elenco dei cosiddetti “cattivi pagatori”.

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