Ci siamo cascati

17 Febbraio 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

1. Un mese fa l’annuncio dei 150 milioni di utenti attivi, adesso toccata quota 175 milioni. Sul web forse esiste qualcuno che guadagna: non Indiscreto, ma Facebook con i suoi 80 miliardi di pagine viste al mese magari sì. E in Italia? L’azienda sostiene (in questo mondo di pallonari va fatta la tara a tutto) che da noi oltre il 40% dei navigatori con più di 15 anni usi Facebook. Nel nostro piccolissimo siamo entrati in questo mondo dove si viene ripescati da perditempo e conoscenti che non si è mai avuto desiderio di trasformare in amici, ma abbiamo l’autogiustificazione morale di averlo fatto per diffondere il verbo Mobilquattro-basket oldie attraverso il gruppo ‘Lotta Jura’, al quale invitiamo ad iscriversi tutti gli appassionati che non riescono a seguire i mutamenti dei roster della nostra serie A nemmeno vivendo davanti al computer.
2. Voci interne a Sky ci dicono di una calcistizzazione spinta dell’offerta, l’anno prossimo. Più addirittura di adesso? Sembrerebbe impossibile, eppure il gioco più amato dagli italiani è destinato a dilagare ancora di più sull’emittente di Murdoch. Con campionati di puro riempitivo del palinsesto, tanto per non mandare la decima replica di Siena-Udinese, e magari un’operazione-vetrina come l’agognata partita della domenica a mezzogiorno. Più calcio e più tifo, perchè anche negli ‘altri sport’ (non sappiamo se sia meglio questa definizione o quella di ‘varie’ che si dà all’interno delle redazioni sportive) si sta andando all’inseguimento delle nazionali o degli eventi più di moda: in questo senso illuminanti le operazioni olimpiche e quella Sei Nazioni. Chi pagherà tutto questo? Ovviamente gli appassionati non di calcio e i non tifosi, se è vero che a Santa Giulia si sta meditando di non trasmettere più la NBA. Ci viene da piangere, al di là dei 70 euro al mese che risparmieremo disdicendo l’abbonamento…
3. Fabio Capello ha giustamente ricordato il periodo passato insieme a Giacomo Bulgarelli nella Telemontecarlo degli anni Ottanta: i loro commenti erano una boccata di aria pura fra la solita Rai da strapaese, con in più l’arroganza del monopolista, e della a volte geniale beceraggine delle tivù locali. Fra l’altro il fuoriclasse del Bologna fu anche protagonista di una svolta storica, quella delle seconde voci nelle telecronache: Luigi Colombo (che abbiamo rivisto di recente in veste ippica) prima inventò nel ruolo José Altafini e poi buttò nella mischia Bulgarelli, Capello e Mazzola. Bei tempi, quando si pensava di non avere già visto o sentito tutto.
stefano@indiscreto.it
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